Papa Francesco si lamenta perchè a lavorare per i poveri sono più le persone modeste che non quelle ricche

Papa Francesco si lamenta perchè a lavorare per i poveri sono più le persone modeste che non quelle ricche
di Franca Giansoldati
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Lunedì 4 Settembre 2023, 16:50

Ulan Bator - A sostenere il mondo del volontariato e della carità non sono tanto i danarosi ma soprattutto persone con modeste risorse. Papa Francesco ribalta alcuni clichè per mettere in evidenza una certa tendenza alla insensibilità da parte delle classi più benestanti. Ne parla dalla Mongolia dove ha inaugurato una struttura caritativa destinata ad aiutare gli emarginati e i fragili. L'ultimo suo atto pubblico prima di prendere l'aereo per tornare a Roma.

CHICHE'

Vorrei, infine, sfatare alcuni “miti”.

In primo luogo, quello per cui solo le persone benestanti possono impegnarsi nel volontariato. La realtà dice il contrario: non è necessario essere ricchi per fare del bene, anzi quasi sempre sono le persone comuni a dedicare tempo, conoscenze e cuore per occuparsi degli altri. Ma c'è un secondo luogo comune che Papa Francesco vuole smantellare: la Chiesa cattolica che nel mondo si distingue per il «grande impegno in opere di promozione sociale, non lo fa per fare proselitismo, come se occuparsi dell’altro fosse una forma di convincimento per attirare dalla propria parte”. No, i cristiani riconoscono chi è nel bisogno e fanno il possibile per alleviarlo».

SOCIETA'

Dalla capitale della Mongolia - dove la Chiesa cattolica sta discutendo con il governo per arrivare ad una intesa che le dia stabilità giuridica – Papa Francesco lancia messaggi destinati anche alla Cina. Spiega che la Chiesa con la sua rete di strutture umanitarie rafforza il welfare nazionale. «Nelle società altamente tecnologizzate e con un alto standard di vita, il sistema della previdenza sociale da solo non basta a erogare tutti i servizi ai cittadini, se in aggiunta non ci sono schiere di volontari e volontarie che impegnano tempo, capacità e risorse per amore dell’altro. Il vero progresso delle nazioni, infatti, non si misura sulla ricchezza economica e tanto meno su quanto investono nell’illusoria potenza degli armamenti, ma sulla capacità di provvedere alla salute, all’educazione e alla crescita integrale della gente. Vorrei dunque incoraggiare tutti i cittadini mongoli, noti per la loro magnanimità e capacità di abnegazione, a impegnarsi nel volontariato, mettendosi a disposizione degli altri».

Dopo una trasferta intensa durata quattro giorni Francesco viene salutato con canti e balli dalla minuscola comunità cattolica. «Qui, presso la Casa della Misericordia, avete una “palestra” sempre aperta dove esercitare i vostri desideri di bene e allenare il cuore. Mi piace immaginare questa Casa della Misericordia come il luogo dove persone di “credo” diversi, e anche non credenti, uniscono i propri sforzi a quelli dei cattolici locali per soccorrere con compassione tanti fratelli e sorelle in umanità» dice Papa Bergoglio che ancora una volta sottolinea il valore della fraternità.  «Sarà questo il segno più bello di una fraternità, che lo Stato saprà custodire e promuovere adeguatamente. Perché si realizzi questo sogno è infatti indispensabile, qui e altrove, che chi detiene la responsabilità pubblica sostenga tali iniziative umanitarie, dando prova di una sinergia virtuosa per il bene comune».

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