Emanuela Orlandi, il Vaticano ammette di avere trovato dati e carte utili per «piste di indagine meritevoli di interesse»

Emanuela Orlandi, il Vaticano ammette di avere trovato dati e carte utili per «piste di indagine meritevoli di interesse»
di Franca Giansoldati
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Giovedì 22 Giugno 2023, 11:35

Città del Vaticano – Il Vaticano ha finalmente trovato «alcune piste di indagini meritevoli di interessi» andando a parlare con le persone che all'epoca della scomparsa della povera Manuela Orlandi erano all'interno della curia e potevano essere stati testimoni di particolari ritenuti importanti. Finora al di là del Tevere è sempre stato rsiposto alla famiglia della ragazzina scomparsa nel giugno 1983 che non esisteva che un polveroso dossier composto da fotocopie dei giornali dell'epoca e poco altro. Oggi, invece, rispondendo alle domande di alcuni giornalisti, il Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano, Alessandro Diddi ha affermato quanto segue: «In merito alla vicenda di Emanuela nei mesi scorsi questo ufficio ha raccolto tutte le evidenze reperibili nelle strutture del Vaticano e della Santa Sede, anche cercandone attestazione tramite conversazioni con le persone responsabili di alcuni uffici all’epoca dei fatti. Ha proceduto all’esame del materiale confermando alcune piste di indagine meritevoli di ulteriore approfondimento». Le carte sono state trasmesse alla procura di Roma, «perché questa possa prenderne visione e procedere nella direzione che ritiene più opportuna». La nota vaticana prosegue informando che il Promotore «proseguirà la sua attività in questo senso nei mesi a venire, vicino al dolore della famiglia di Emanuela e consapevole della sofferenza che si prova per la scomparsa di un congiunto».

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Al Tg1 il magistrato del Papa ha aggiunto: «In pochi mesi abbiamo raccolto molte carte, forse erano sfuggite negli anni passati agli inquirenti, e le abbiamo messe a disposizione della Procura di Roma, con la quale per la prima volta in tanti anni è nato uno spirito di collaborazione per svolgere le indagini.

E credo che questo sia l'aspetto più importante su cui si deve riflettere. Abbiamo trovato dei dati che non erano mai stati lavorati e credo che adesso sia il momento per portare a compimento questo nuovo filone di indagini».

FAMIGLIA

Pietro Orlandi, ieri, alla viglia dei 40 anni della scomparsa della sorella Emanuela ha organizzato un sit-in che si svolgerà nella giornata di domenica 25 giugno, spendendo parole molto dure verso l’atteggiamento del Vaticano e confidando in un gesto di Papa Francesco. La precisazione di Diddi arriva dopo le polemiche in corso sulla battuta d'arresto che sembra avere avuto la costituzione di una commissione parlamentare per la scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, l'altra ragazza che sparì a Roma nello stesso periodo. Diddi due settimane fa, convocato in Parlamento, sul disegno di legge istitutivo della commissione di inchiesta si disse contrario: «In questa fase delle indagini aprire una nuova commissione sarebbe un’intromissione perniciosa per la genuinità delle indagini che stiamo conducendo». Sulla stessa linea anche il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, che ebbe modo di criticare la modalità di convocazione di Diddi con una lettera, letta nel corso dell’audizione: «Non è stata corretta sia dal punto di vista della forma che della sostanza», scrisse. Nel frattempo da diverse parti viene sollevato il doppio ruolo di Alessandro Diddi, da una parte magistrato del Vaticano, dall'altra avvocato in Italia e difensore, in diversi processi, di elementi legati alla criminalità romana. Un particolare che ha sollevato parecchi interrogativi poiché sulla scomparsa della Orlandi, tra le varie piste da verificare, quella legata alla Banda della Magliana. 

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Si parla, infatti, di questo frangente in tre momenti cruciali: nel 2005 una telefonata arrivata alla puntata Chi l'ha visto collegò il caso alla sepoltura del boss Renatino De Pedis nella basilica di Sant'Apollinare. A questo fece seguito latestimonianza della compagna di “Renatino”, Sabrina Minardi, che riferì di aver visto con i suoi occhi Emanuela Orlandi tenuta in ostaggio e poi riconsegnata al Vaticano; infine un’intervista a Marcello Neroni, legato a De Pedis, che lanciò una pista interna sulla pedofilia. 

Alessandro Diddi però appare molto tranquillo poiché Papa Francesco lo ha scelto per questo ruolo proprio per le sue caratteristiche professionali. «Lo sa anche il mio datore di lavoro, e mi ha scelto proprio per questo» ha tagliato corto con il quotidiano Il Domani.

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