Il Papa e le distanze con Macron sui migranti e il fine vita nonostante i sorrisi a Marsiglia

Il Papa e le distanze con Macron sui migranti e il fine vita nonostante i sorrisi a Marsiglia
di Franca Giansoldati
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Domenica 24 Settembre 2023, 17:40 - Ultimo aggiornamento: 17:41

dalla nostra inviata

MARSIGLIA L'immigrazione «è una patata bollente per tutti ma la coscienza dei Paesi è cambiata da dieci anni in qua, ma vorrei dire: non rimandateli indietro come un ping pong perché finiscono peggio di prima». Francesco sta tornando a casa da Marsiglia. Per trentadue minuti ha avuto un incontro franco e aperto, a tu per tu, con il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron. Quel colloquio inizialmente non era nemmeno previsto, sembra che sia stato inserito in agenda grazie al pressing francese, tuttavia alla fine della giornata, al di là delle posizioni dissonanti in tema di fine vita e migrazioni, quella conversazione ha finito per avvicinare ancora di più l'anziano pontefice argentino e l'ex alunno del liceo retto dai gesuiti. I sorrisi spontanei, i gesti fuori dal protocollo - come quando Macron gli ha dato il braccio per aiutare Bergoglio ad entrare all'auditorium o quando lo ha abbracciato in aeroporto, prima che l'aereo ripartisse per Roma alla fine della missione lampo - hanno svelato la loro intesa umana. Lontano dalle telecamere i due hanno affrontato diversi argomenti di interesse comune cominciando con la guerra in Ucraina, la brutta crisi scoppiata nel Nagorno-Karabakh, lo stallo di tanti paesi africani e poi il nodo sui migranti.

I TEMI

Tuttavia è sulla grande questione dell'eutanasia - argomento sensibile per la laicissima Francia e causa di smottamenti tra le forze politiche - che è affiorato un piccolo giallo. «Di questo con Macron stavolta non ne abbiamo parlato, in ogni caso con la vita non si gioca mai» ha confidato ai giornalisti il Papa a bordo dell'aereo. Eppure era stato proprio un briefing tenuto dall'Eliseo con i giornalisti francesi ad averne ampiamente dato conto benché una nota ufficiale della Presidenza, diramata in serata, abbia poi provveduto a cassare l'argomento facendo nascere un piccolo giallo.
Naturalmente la posizione del pontefice sulla difesa della vita era stata manifestata abbondantemente già durante il discorso fatto ai vescovi del Mediterraneo. Francesco aveva rispolverato i fondamentali del Magistero: «Chi presta ascolto al gemito degli anziani soli che, anziché esser valorizzati, vengono parcheggiati, con la prospettiva falsamente dignitosa di una morte dolce, in realtà più salata delle acque del mare? E chi pensa ai bambini non nati, rifiutati in nome di un falso diritto al progresso, che è invece regresso nei bisogni dell'individuo?».
Macron - sempre dal famoso briefing con la stampa da parte dell'Eliseo - avrebbe persino illustrato al Pontefice il «calendario» e la «metodologia» del disegno di legge sulla eutanasia previsto «nelle prossime settimane». I pasticci sulla comunicazione hanno rivelato altre divergenze, stavolta sui migranti. Secondo il famoso briefing Macron avrebbe, infatti, ribadito al Papa la posizione francese: «La Francia non ha nulla di cui vergognarsi, che è un Paese di accoglienza e di integrazione». Tuttavia la nota ufficiale intervenuta a mitigare quella posizione sintetizzava: «Il Papa e Macron hanno potuto scambiare vedute sull'ambiente e sulla immigrazione, due preoccupazioni che condividono e che lo spazio mediterraneo unisce».

LE STORIE

Francesco è ripartito con il magone pensando alla sorte di decine di migliaia di persone in balia degli schiavisti.

In volo alla conferenza stampa: «Ho sentito di un migrante che al momento dell'imbarco quando ha visto quella scialuppa priva di sicurezza non voleva più partire. Pum pum e fine della storia. Gli hanno sparato. È il regno del terrore. Sono schiavi. E noi non possiamo non vedere. Ecco perchè dico che i migranti vanno accolti, integrati o accompagnati. Se non puoi integrarli, accompagnali nel suo paese ma non lasciarli nelle mani di quelle persone che li sfruttano, li vendono». E ancora: «Non c'è l'invasione di migranti, no a propagande allarmistiche. La soluzione non è respingere, ma avere flussi regolari».

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Nell'incontro con il presidente francese non sono mancate riflessioni sulla guerra in Ucraina, sulla missione del cardinale Zuppi ancora in itinere e la grande questione climatica con l'impegno internazionale per la Cop28 (il Papa pubblicherà il 4 ottobre un aggiornamento alla enciclica Laudato Si per dare maggiore vigore alla spinta delle persone a cambiare stili di vita e salvare il pianeta). Sull'Ucraina Francesco si è lamentato per il martirio ucraino sottoposto a continui alti e bassi internazionali, ultimamente persino sulla mancata fornitura di armi. «Penso che questa guerra sia un po' interessata, serve ad alimentare il traffico di armi. Nel frattempo il popolo ucraino è martire. Adesso ho visto che qualche Paese si tira indietro, non dà le armi e così inizia un processo in cui il martire sarà il popolo ucraino, questa è una cosa brutta». Il portavoce vaticano, su questo aspetto, è intervenuto subito per spegnere le polemiche che già si profilavano: «Era solo un ragionamento per paradosso». Finora Francesco, almeno ufficialmente, non aveva mai fatto il tifo per armare Kiev.

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