Vaticano, sentenza dura per i 3 ambientalisti che si erano incollati al Laocoonte: 28mila euro e 9 mesi di arresto

il tribunale vaticano durante l'udienza agli ambientalisti
di Franca Giansoldati
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Lunedì 12 Giugno 2023, 17:29

Città del Vaticano - Protestare contro l'ambiente in Vaticano costa salato. Sono stati giudicati colpevoli per aver danneggiato un'opera d'arte ed aver resistito ai gendarmi. E' stata emessa una sentenza esemplare contro i tre ambientalisti italiani che si erano incollati le mani con l'Attack al basamento di una delle più celebri statue conservate nei musei vaticani per gridare contro il climate change e attirare l'attenzione del mondo sulle emissioni progressive di CO2 nell'atmosfera. Il fine ambientalista, per quanto nobile possa essere, non è una giustificazione per il Vaticano. Per questo dovranno risarcire il Governatorato (da cui dipendono i Musei) per oltre 29 mila euro di danni, tanto è stato quantificato il deterioramento apportato dalla colla acrilica sul piedistallo di marmo del gruppo del Laocoonte. Ester Goffi, Guido Viero sono stati anche puniti (pena sospesa) con 9 mesi di carcere, 1500 euro di multa e una ammenda di 120 euro, oltre ovviamente alle spese processuali. Laura Zorzini avendo solo partecipato al blitz e filmato con il telefonino se la caverà con una ammenda di 120 euro. La sentenza è stata letta dopo una rapidissima camera di consiglio nel tribunale del Vaticano, dal presidente Giuseppe Pignatone. 

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Dall'avvocato di parte civile, in aula, è stato enfatizzato il gesto gravissimo compiuto dai tre ambientalisti che hanno non solo rovinato il basamento ha hanno minimizzato sul gesto di protesta. «Questo caso ha avuto una pressione mediatica enorme ma a che prezzo: gli imputati non solo non hanno chiesto scusa, né espresso rammarico.

Affermano di sentirsi criminalizzati e hanno usato parole provocatorie anche contro il Papa» ha sottolineato l'avvocato Floriana Gigli. In aula si è poi evidenziato sul danno permanente al basamento considerato parte integrante del Laocoonte. «Quel piano non era un comune piano di marmo, come un tavolino dell'Ikea, ma gli esperti hanno riferito che è datato 1815 e dal momento in cui è stato annesso alla statua ne fa parte integrante».

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Ester Goffi, studentessa di storia dell'arte di 25 anni, e Guido Viero, operatore sanitario di 61 anni, all'udienza precedente avevano spiegato ai magistrati vaticani che volevano solo esortare i leader mondiali ad agire contro il cambiamento climatico, mentre un'altra loro amica li filmava con il cellulare. La statua, a loro dire, non era stata troppo danneggiata anche se la ripulitura del marmo per via della colla sintetica permeata non è stata una impresa facilissima. 

Gli attivisti appartengono al movimento "Last Generation" responsabile di diverse proteste ai danni di importanti di siti artistici e storici in Italia, con l'obiettivo di attirare l'attenzione sul pericolo del cambiamento climatico. Il dibattito che nel frattempo si è aperto nel mondo è se sia un atto di puro vandalismo, oppure se la protesta non violenta possa trovare giustificazioni morali davanti ad una prospettiva tanto catastrofica per la terra.

Il mese scorso in Germania un gesuita tedesco si era incollato le mani sull'asfalto per chiedere alla politica misure più pressanti contro il climate change, naturalmente bloccando il traffico. Anche padre Joerg Alt, 61 anni, si ispira alla Laudato Si, e al processo il giudice tedesco lo ha solo multato simbolicamente con 10 euro sottolineando che la sua azione pur avendo arrecato grave danno alla circolazione cittadina va inserita in una volontà positiva, tesa alla protezione del pianeta. 

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