Potenziata la sanità a Sabbione.
Ma l'emergenza è la carenza di agenti

La Fondazione Carit ha acquistato tre apparecchiature diagnostiche
di Nicoletta Gigli
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Domenica 2 Giugno 2013, 18:12 - Ultimo aggiornamento: 18:41
TERNI – “In questo settore abbiamo una grande responsabilit perch dipende da noi la decisione di come curare i detenuti, che prima di tutto sono persone”.

Sono le parole del direttore del carcere, Chiara Pellegrini, che ha inaugurato tre apparecchiature diagnostiche all’avanguardia: un ecografo multifunzionale, un cicloergometro e un elettrocardiografo. Sono stati donati dalla fondazione cassa di risparmio di Terni, che per acquistarli ha stanziato trenta mila euro.

“Un grande aiuto quello della fondazione – ha detto il direttore generale dell’asl 2, Sandro Fratini - che è alla base di importanti progetti che stiamo portando avanti.



Le apparecchiature donate saranno fondamentali per superare i disagi dovuti al trasferimento di detenuti in ospedale per effettuare questo tipo di esami. L’anno scorso sono stati venticinque quelli che un centinaio di agenti della penitenziaria hanno dovuto scortare al “Santa Maria” per gli accertamenti diagnostici che ora potranno essere eseguiti direttamente dalla struttura sanitaria interna a Sabbione. Dove lavorano sette medici di guardia oltre ad una serie di specialisti che vengono chiamati ogni volta che c’è bisogno.



Intanto a Sabbione sarà un’altra estate di superlavoro. Con la polizia penitenziaria che sarà impegnata a fare i miracoli per “incastrare” i turni durante le ferie e garantire la sicurezza.

Oggi il carcere ospita quattrocento detenuti a fronte di 165 agenti in forza a Sabbione. Nelle prossime ore i nove ex brigatisti che erano detenuti nella sezione di alta sicurezza del carcere campano di Carinola, appoggiati da tre settimane nelle celle di accoglienza, saranno trasferiti nel piccolo padiglione che avrebbe dovuto ospitare i trans.

Per sorvegliare questa sezione servono sette poliziotti della penitenziaria. Personale da reperire tra numeri esigui. Perché la polizia penitenziaria che lavora a Terni è sotto del venti per cento rispetto alle necessità.

Una percentuale di carenza destinata a salire in modo consistente nel momento in cui saranno aperti anche il primo e secondo piano del nuovo edificio, che di fatto consentirà il raddoppio del penitenziario portando i reclusi a quota seicento.

La capienza regolamentare di 218 posti e la previsione di un agente per ogni detenuto sono un ricordo lontano. Oggi i reclusi sono a quota 400, il personale che li controlla è fermo a poco più di 160 unità e deve gestire diverse tipologie di detenuti.



In un carcere come quello di Terni, preso ad esempio a livello nazionale per l’impegno volto al recupero delle persone finite in cella, diventa sempre più complicato anche svolgere le numerose attività di rieducazione e reinserimento sociale. A Sabbione ci sono detenuti impegnati con il gruppo teatrale, altri che fanno calcio e rugby grazie all’impegno volontario di diverse società sportive della città. Importante la presenza dei volontari della Caritas, dell’associazione San Martino e di Arci - Ora d’Aria. Persone che hanno contribuito concretamente a far sì che il periodo trascorso dietro le sbarre fosse utile per molti a recuperare quello che di buono c’è in ogni persona finita nei guai. Attività che, per la cronica carenza di personale, diventa ogni giorno più difficile gestire.



Il tutto mentre si attende la nomina del garante dei detenuti. Una figura fondamentale per la tutela dei reclusi e degli operatori che tarda ad arrivare.