Morte di Flavio e Gianluca, il pusher
sarà processato col rito abbreviato
I familiari:«E' stato un omicidio»

Morte di Flavio e Gianluca, il pusher sarà processato col rito abbreviato I familiari:«E' stato un omicidio»
di Nicoletta Gigli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 4 Marzo 2021, 08:47 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 08:28

TERNI Gli amici di Flavio e Gianluca si sono dati appuntamento sotto al tribunale. In aula il dolore inconsolabile dei familiari dei due adolescenti, che nessuna giustizia potrà mai lenire. Un’udienza breve per apprendere che Aldo Maria Romboli, 41 anni, una vita nel tunnel della droga, sarà processato col rito abbreviato. E che la sentenza, salvo sorprese, arriverà il 31 marzo. L’udienza preliminare per la morte di Flavio Presuttari, 16 anni, e Gianluca Alonzi, 15enne, scivolati dal sonno alla morte, il 7 luglio scorso, dopo aver assunto il metadone che l’indagato aveva in casa come utente del Serd, si apre con la richiesta dell’avvocato, Massimo Carignani, del rito alternativo che consente a Romboli, assente in aula, di ottenere un consistente sconto di pena. Richiesta accolta dal giudice, Simona Tordelli, che ammetterà sei parti civili: i genitori delle due giovanissime vittime e i fratelli di Gianluca. “Non abbiamo velleità risarcitorie” precisa l’avvocato Maurizio Filiacci che con Fabio Massimo Guaitoli e Giuliano Migliorati difende i familiari di Flavio e Gianluca. “La scelta di costituirci parte civile è solo legata alla possibilità di intervenire nel processo”. Accanto all’accusa di morte come conseguenza di altro reato il pm, Raffaele Pesiri, contesta a Romboli anche tre episodi di spaccio aggravati dall’aver ceduto la droga a minorenni. Di uno si era autoaccusato l’imputato durante la confessione di fronte agli investigatori: “Non era la prima volta - disse poco prima di finire in cella - era già successo i primi di giugno e anche quella volta avevano comprato il metadone”. Nelle carte d’accusa, dopo le indagini dei carabinieri, è finito anche un altro episodio di spaccio di hascisc e marijuana a Flavio, Gianluca e a un loro amico, anche lui minorenne. “Il processo si è voluto limitare a un giudizio alternativo per cui così si farà ma il capo di imputazione si può sempre cambiare - dice l’avvocato Guaitoli. Sono morti due ragazzini. Insisterò perché venga contestato formalmente l’omicidio perché sono convinto che il decesso di Flavio e Gianluca non sia stato l’esito di un evento sbagliato”. Dalle carte messe insieme dopo la morte dei due giovanissimi amici emerge che Aldo Maria, che era ripiombato nel tunnel della droga dopo la morte del padre, qualche giorno prima della tragedia si era presentato al Serd insieme alla madre ultraottantenne. Quel giorno sembrava deciso a intraprendere la strada della comunità terapeutica per tentare di liberarsi da vent’anni di dipendenza dagli stupefacenti. Elementi che i suoi legali, Massimo Carignani e Flavio Aristei, sottolineeranno nell’udienza che chiuderà, a otto mesi da una tragedia che ha sconvolto un’intera città, il processo di primo grado per l’unico imputato del decesso di Flavio e Gianluca. Resta aperta l’indagine con cui la procura ternana sta approfondendo il percorso terapeutico che ha consentito ad Aldo Maria di avere la disponibilità del metadone per curarsi.

Un filone, che fa parte di un altro fascicolo, su cui la procura sta lavorando senza sosta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA