L'assessore Alessandrini, tanto per cominciare, si è divertita a irridere la Musacchi giocando sul fatto che i bimbi fanno meno capricci quando gli vengono negati i giocattoli. La collega di Giunta, l'assessore Francescangeli, è andata più sul personale, dipingendo la Musacchi come una donna viziata che gira in Suv e compra borse firmate. Peggio però ha fatto la consigliera Silvani che ha parlato di «selezione naturale» come metodo politico per fare della Lega un partito sano e forte, o meglio «crescita e buona struttura del partito». A questo punto è lecito domandarsi cosa avrà mai scritto la Musacchi per meritarsi un simile trattamento.
«Aver lasciato un partito che sta al 34% è un atto di coraggio, non certo un passo dettato dalla convenienza. Concentriamoci sui problemi e non disperdiamo energie per diffondere altre cattiverie». Parole anche scontate che però hanno scatenato commenti duri, come quelli citati. A questo punto, delle due, l'una: l'addio della Musacchi brucia tanto in casa Lega, o i politici non hanno ancora capito che anche sui social le parole sono pietre, in particolare quando evocano tristi ricordi di selezione naturale della razza.
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