Addio alla Lega di Musacchi​
commento choc
«Selezione naturale»

Doriana Musacchi
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Mercoledì 25 Settembre 2019, 22:20 - Ultimo aggiornamento: 22:29
Lei, Doriana Musacchi, fresca ex leghista, ha pubblicato un post dal contenuto quasi neutro. Più o meno condivisibile, di spessore o no, ma questo è un altro problema. Lo ha fatto per replicare alle critiche incassate da tutti i livelli della Lega (gruppo consiliare e sindaco), dopo la scelta fatta di lasciare il Carroccio.  Le reazioni al post, come spesso accade nei social, non sono entrate  nel merito delle questioni sollevate dalla Musacchi. Nemmeno quelle arrivate dagli esponenti politici, fino a pochi giorni fa colleghe di partito della consigliera passata al Gruppo Misto, perché  in casa Lega «prevalgono le correnti», ha scritto la Musacchi nella lettera di addio al partito di Salvini. Ci sarebbe anche da raccontare che la Musacchi è stata tolta dalla lista dei candidati il giorno prima della presentazione ufficiale dei nomi a Gubbio, sebbene da un mese avesse avuto il via libera per organizzarsi la campagna elettorale. Ma anche questa è un'altra faccenda. Il tema qui sono le reazioni. 
L'assessore Alessandrini, tanto per cominciare,  si è divertita a irridere la Musacchi giocando sul fatto che i bimbi fanno meno capricci quando gli vengono negati i giocattoli. La collega di Giunta, l'assessore Francescangeli, è andata più sul personale, dipingendo la Musacchi come una donna viziata che gira in Suv e compra borse firmate. Peggio però ha fatto la consigliera Silvani che ha parlato di «selezione naturale» come metodo politico per fare della Lega un partito sano e forte, o meglio «crescita e buona struttura del partito». A questo punto è lecito domandarsi cosa avrà mai scritto  la Musacchi per meritarsi un simile trattamento.
«Aver lasciato un partito che sta al 34% è un atto di coraggio, non certo un passo dettato dalla convenienza. Concentriamoci sui problemi e non disperdiamo energie per diffondere altre cattiverie». Parole anche scontate che però hanno scatenato commenti duri, come quelli citati. A questo punto, delle due, l'una: l'addio della Musacchi brucia tanto in casa Lega, o i politici non hanno ancora capito che anche sui social le parole sono pietre, in particolare quando evocano tristi ricordi di selezione naturale della razza.
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