Terni, ammazza la moglie e si uccide in cella: Per il garante dei detenuti «il suicidio è una sconfitta del sistema»

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Terni, ammazza la moglie e si uccide in cella: Per il garante dei detenuti «il suicidio è una sconfitta del sistema»
di Nicoletta Gigli
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Sabato 1 Aprile 2023, 16:37

TERNI - "Il secondo suicidio dall’inizio dell’anno al carcere di Terni deve essere motivo di riflessione e non di facili conclusioni".

Sono le parole di Giuseppe Caforio, garante dei detenti della Regione Umbria, dopo il suicidio in cella di Xhafer Uruci, 62 anni, che si è impiccato in cella a distanza di poche ore dall'arresto con l'accusa di aver ucciso sua moglie, Zenepe, 56 anni.

"Le carceri umbre e segnatamente quello di Terni - dice Caforio - stanno vivendo un momento delicato dovuto almeno a tre fattori  concomitanti: ci sono 550 detenuti a fronte di una capienza prevista per 450, di cui 150 con problematiche psichiatriche serie con molti di loro incompatibili con la carcerazione; ci sono gravi carenze di organico nella polizia penitenziaria con Terni che ha il rapporto più deficitario tra numero di detenuti e agenti penitenziari e carenze sanitarie specie di psicologi e psichiatrici.
Il suicidio di un detenuto - aggiunge Caforio - è una sconfitta del sistema e getta scompiglio psicologico fra i detenuti e fra gli agenti penitenziari alterando i delicati equilibri dell’intera comunità carceraria. Encomiabile in questo contesto è il lavoro della polizia penitenziaria che, con abnegazione e umanità, spesso si sostituisce al personale sanitario". 
Per Giuseppe Caforio "per arginare l’attuale contesto occorre una task force di psicologi e psichiatri che possa essere di supporto in una sorta di burn out ai detenuti e agli agenti penitenziari fortemente provati da eventi come quelli dei suicidi e dell’auto lesionismo".
 

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