Terni. Al parco dei Campacci
dieci giorni di teatro dialettale
Si comincia il 1 di agosto

Terni. Al parco dei Campacci dieci giorni di teatro dialettale Si comincia il 1 di agosto
di U.G.
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Giovedì 28 Luglio 2022, 00:10

Il teatro dialettale tra i pezzi di archeologia industriale al “Sentiero Cinque” del parco dei Campacci di Marmore. Il parco montato a  poche decine di metri dalla terrazza naturale che scopre la Valnerina. E qui che dal 1 al 10 di agosto si terrà la nona edizione del teatro dialettale nazionale. Uno degli appuntamenti più importanti «per la riscoperta dell’orgoglio delle tradizioni e del dialetto», sostiene Manola Conti della Pro-loco locale. Tutti gli spettacoli si terranno alle ore 21.00. Si comincia, come dicevamo il 1 di agosto con la compagnia “Sipario Rosso” che arriva da Rieti e presenta la commedia “Me fa male la trippa”; il giorno dopo è la volta delal compagnia “Lu teatro a la bona” di Terni con “La fidanzata di mi maritu”. Mercoledì 3 agosto è la volta di “Le pere cotogne” che arriva da Spoleto con “Pere contogne Laiv tur 2022”. Il giorno 4 è la volta della “Associazione artistica teatrale di Casagiove di Caserta con “Donnacce”. Il 5 di agosto è la volta della “Compagnia il focolare di Loreto” con “Il siparietto.

Sabato, tocca alla “Compagnia del Povarone” di Arezzo con la commedia “Sambusa”.  E siamo alla prima domenica del mese con la “Compagnia teatrale Montecorvino Rovella” con “Bamboccioni”. L’inizio della settimana “L’associazione teatrale “J amici de Candia” presenta “Anna e la profeZia”. Il giorno successivo è la volta del “Gruppo teatrale gli amici cantaliciani”  con “L’usucapione”. Infine l’ultimo giorno di kermesse tetrale con la “Compagnia dei teatranti di Bisceglie” che presenta “Uno strano misterioso delitto”.  Nella conferenza stampa di presentazione è stata evidenziato dall’assessore alla cultura del comune di Terni Maurizio Ceccobelli «come la Pro-loco del paese della Cascata sta cercando in tutti i modi di non dimenticare le radici, il dialetto, un modo giusto di fare cultura e nello steso tempo anche turismo». «Il “Sentiero Cinque” dei Campacci – sostiene Manola- non ha bisogno di presentazione, si presenta come un museo a cielo aperto, dove si può stare anche al fresco».

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