Terni, l’addio di Tele Galileo
dopo oltre trent’anni di storia:
«Impossibile andare avanti»

Terni, l’addio di Tele Galileo dopo oltre trent’anni di storia: «Impossibile andare avanti»
di Paolo Grassi
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Mercoledì 17 Marzo 2021, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 20:43

TERNI Oltre trent’anni fa cominciava i primi programmi autonomi, adesso spegne il segnale. Chiude Tele Galileo. Sabato l’ultimo giorno di programmazione. Con quel segnale che non ci sarà più, finirà un’epoca. Almeno, così sarà sulle antenne televisive. Perché se Tele Galileo non sarà più sugli apparecchi tv delle case dei ternani, non è detto che non continui a vivere online, tra i social media e il suo canale Youtube
Dai canali tv, sabato sparirà l’ultima voce ternana dell’etere visivo, in un territorio che negli ultimi 45 anni ha avuto ben cinque emittenti, partendo da Teleterni e continuando con Telecittà, Canale 58, la stessa Tele Galileo e Tele Umbria Viva. Telecittà chiuse a fine anni ottanta, Canale 58 (poi Canale 8) nel 2004 dopo una breve parentesi sotto la cappella della toscana Rtv38, Tele Umbria Viva con l’avvento del digitale terrestre e recentemente Teleterni il cui marchio è stato inglobato da una tv con sede a Bastia. Ora tocca a Tele Galileo, mentre continua le sue programmazioni Radio Galileo, dello stesso gruppo editoriale. Incombono le nuove disposizioni sul digitale, lo stato requisisce le frequenze alle attuali emittenti che figurano come gestori di rete, indirà una nuova gara per individuare i nuovi gestori e poi un’altra ancora affinché chi intenda proseguire ottenga il trasporto (un affitto) sulle nuove frequenze. Troppo complesso. E troppo oneroso. 
«Purtroppo – spiega il presidente di Tele e Radio Galileo, Franco Allegretti - ci vogliono soldi, oltre a tanti adempimenti e garanzie con le banche. Negli anni, tra regole e obblighi che ci hanno imposto con relativi costi, di soldi ce ne hanno fatti spendere tanti. Impossibile, andare avanti. Entro martedì 23, il canale dovrà essere chiuso. Dunque, penso che sabato sarà l’ultimo giorno». Se ne va la tv di tante trasmissioni, di tanti consigli comunali portati nelle case dei ternani, di tante trasmissioni sportive e partite della Ternana, del Tombolone. Palestra per cameramen, registi e giornalisti.
La tv di corso Tacito poteva anche continuare per qualche mese, ma il ministero le fa sapere che restituendo spontaneamente le frequenze avrebbe un indennizzo in base al bacino d’utenza. Circa 30 mila euro. Troppo poco. E così, Terni continua a perdere pezzi anche nei media, nel silenzio delle istituzioni.
Adesso? «Adesso – dice Allegretti – cerchiamo di capire cosa fare.

Cerchiamo di portare avanti la radio, che non è cosa scontata. Ma l’obiettivo, con mio figlio e le persone che lavorano per la tv, è creare qualcosa che permetta al marchio di vivere ancora, su altre piattaforme mediatiche».

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