Stupro in piscina a Perugia, parla la vittima dopo l’arresto di un 25enne: «Ora so che non potrà far male ad altre ragazze»

La piscina comunale di Ponte San Giovanni
di Michele Milletti
3 Minuti di Lettura
Venerdì 19 Gennaio 2024, 07:00
PERUGIA  - «Mi sono sentita sollevata e ho provato un senso di giustizia perché la persona che mi aveva provocato tutto quel dolore era stata individuato e fermato, senza la possibilità di far male ad altre ragazze». Giovanna è un nome di fantasia, ma l’incubo che ha vissuto è vero in ogni secondo. Un incubo che forse, ora che uno dei suoi aguzzini è stato arrestato, potrà essere meno pesante da sopportare.
Perché dalla mattina di mercoledì il 25enne Karim El Zahar, nato a Norcia ma residente a Perugia, è in carcere con l’accusa di aver violentato la ragazza. Incastrato dal dna lasciato su un mozzicone di sigaretta fumata lo scorso 30 novembre in questura, in attesa di essere interrogato.
Sono passati sei mesi ma non riesce a farsene una ragione. Forse col tempo riuscirà a starci meno male, ma come può dimenticare di essere stata vittima di uno stupro? Di una persona che le sta sopra e la violenta nel modo più brutale, mentre lei sta appena riprendendo i sensi, non consapevole di trovarsi in piena notte in una piscina comunale, tra un gruppo di giovani che partecipano più o meno attivamente alla violenza e un’amica bloccata da altri che tentano a loro volta di metterle le mani addosso?
Sono i flash dell’incubo vissuto dalla ragazza, di Fabriano come l’amica, nella notte tra il 18 e il 19 luglio scorsi alla piscina di Ponte San Giovanni. Le due giovani erano arrivate nel pomeriggio con il treno alla stazione e assieme a un amico in auto avevano raggiunto la vicina Ponte Pattoli per una serata alla sagra paesana e per incontrarsi con un gruppo di ragazzi del posto conosciuti poco prima a un evento e con cui la ventenne era rimasta in contatto via social. Poi l’amico se n’era andato lasciandole con il gruppo di ragazzi, che a fine serata si sono offerti di riportarle a prendere il treno a Ponte San Giovanni, ma prima fermandosi a fare una specie di party alla piscina comunale. Entrando ovviamente in modo illegale.
E lì inizia l’incubo di Giovanna. Lo stupro, il palpeggiamento violento, l’amica che cerca di difenderla ma è a sua volta bloccata, lo stato di incoscienza dovuto dal troppo alcol consumato nella serata che inevitabilmente non l’aiuta.
«Nonostante il tempo trascorso il ricordo di quella notte è ancora vivido tanto che sono ancora in cura tramite un percorso di riabilitazione psichica e psicologica, non avendo ad oggi superato il trauma, nè riuscendo ad accettare quello che mi è accaduto» dice oggi la ragazza assistita dall’avvocato Maurizio Benvenuto. «Conoscevo alcuni di questi ragazzi da qualche tempo, mi sembra che ci fossimo conosciuti durante il periodo estivo - continua ancora la giovane - ora faccio estremo affidamento sull’attività investigativa delle forze dell’ordine per ricostruire con esattezza le varie responsabilità».
Perché se uno è in carcere e altri due sono stati indagati qualche giorno dopo la denuncia di stupro, ci sono ancora gli altri partecipanti anche solo “morali” allo stupro che vanno tutti identificatie collocati sulla scena della violenza.
Un gruppo che, stando all’ordinanza custodia cautelare emessa dal gip Elisabetta Massini, nelle chat e atrraverso i nickname (forniti agli investigatori direttamente dalla vittima) parlava parecchio anche dell’accaduto ma che fuori dal virtuale è caratterizzato da «omertà». 
Il giovane arrestato per il giudice è «in grado di poter fare affidamento sul silenzio dei suoi sodali» e anche di non aver «alcuna remora ad agire con violenza nei confronti di terzi» anche in considerazione di un altro procedimento in cui è indagato, e cioè il ferimento di un ragazzo durante una rissa col fratello a base di spray urticante e sedie in faccia.
Oggi, il giovane assistito dall’avvocato Andrea Ulivucci e la giudice si troveranno faccia a faccia nell’interrogatorio in carcere. Facile ipotizzare come la difesa del 25enne verterà sull’affidabilità dei racconti e sulla verifica delle fonti di prova per acquisire il dna.
© RIPRODUZIONE RISERVATA