Perugia, stupro della piscina, la vittima: «Ho paura perché lui è fuori dal carcere»

In tribunale l'audizione protetta della ragazza. L'indagato è agli arresti domiciliari

La piscina di Ponte San Giovanni in una foto d'archivio
di Enzo Beretta
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Sabato 17 Febbraio 2024, 08:49

«Ho paura - confida la ventunenne vittima di una violenza sessuale di gruppo subìta l’estate scorsa nella piscina chiusa di Ponte San Giovanni al suo avvocato Ruggero Benvenuto -. Adesso che quel ragazzo è uscito dal carcere ho paura». È durata un'ora e mezza la deposizione della persona offesa in tribunale, 90 minuti durante i quali ha ripercorso le fasi drammatiche di quella terribile notte. La giovane è stata sentita nel corso di un'audizione protetta negli uffici del gip in via XIV Settembre. Poco lontano da lei il 25enne che in queste ore ha lasciato il carcere di Terni riuscendo a ottenere gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Il congegno non gli è stato ancora neppure applicato ma la difesa chiede già di toglierglielo. Piuttosto scontata l'opposizione da parte del pubblico ministero e del legale della persona offesa. Stando a quanto ricostruito da Benvenuto a margine dell'incidente probatorio alla sua cliente quella sera è stato offerto un cocktail: «Una bevanda amara che le ha fatto perdere conoscenza e l’ha obnubilata. Lei – riferisce Benvenuto – non assume psicofarmaci ma semplicemente integratori. Produrremo il ‘bugiardino’ al giudice».

Come detto, in queste ore, l'indagato è stato scarcerato. «Avendo trascorso del tempo in carcere e certamente acquisito una maggiore consapevolezza in ordine alle conseguenze cui si incorre quando si viola la legge, ben sapendo che eventuali violazioni delle prescrizioni imposte determinerebbe l’immediato ripristino della misura più grave - scrive il gip - l’applicazione degli arresti domiciliari può soddisfare le esigenze cautelari per le quali è stata applicata la misura».

Nel provvedimento del giudice Elisabetta Massini ci sono riferimenti alla «giovanissima età» dell'indagato e alla sua «incensuratezza». «Peraltro la circostanza che a brevissimo sarà celebrato l’incidente probatorio appare indurre proprio a cautela nella condotta verso la persona offesa che potrà ben dichiarare direttamente qventuali ulteriori tentativi di avvicinamento eventualmente operati nei suoi confronti - si legge nel provvedimento del giudice -.

Tale incombente appare un’ulteriore garanzia nei confronti della vittima» che ha raccontato di aver subìto «pressioni (minacce e blandizie) poste in essere nei suoi confronti da soggetti oggetto di autonoma denuncia». Durante l’interrogatorio di garanzia l’indagato (difeso dall’avvocato Vincenzo Bochicchio) ha spiegato al giudice di aver avuto un rapporto consensuale con la persona offesa alla sagra di Ponte Pattoli e di non essersi recato alla piscina di Ponte San Giovanni – luogo dello stupro – bensì di aver raggiunto quella notte la sua fidanzata a casa.

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