Social, a Perugia allarme profili clonati: «Mi ha scritto un amico, ma è morto da mesi»

Social, a Perugia allarme profili clonati: «Mi ha scritto un amico, ma è morto da mesi»
di Egle Priolo
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Mercoledì 10 Gennaio 2024, 08:58 - Ultimo aggiornamento: 09:18

PERUGIA - Se il mantra sui social una volta era che «Facebook non è la vita reale», adesso è più vero ancora con il boom di clonazione dei profili che rendono la piattaforma sempre più una giungla. E paradossalmente rendono reali, però, le conseguenze di chi abbocca ai criminali informatici che mirano a quanto di più prezioso al momento: i dati personali. La ricchezza del Terzo millennio, “l'oro binario”, obiettivo di chi sa cosa farci e come arricchirsi. Anche frodando con il ricordo dei morti.

È l'ultimo esempio che arriva da Perugia e che dà precisamente il senso della pericolosità e della meschinità di queste attività criminose. «L'altro giorno mi è arrivata una richiesta di amicizia su Facebook, una delle tante, ma questa mi è saltata subito all'occhio – racconta un utente al Messaggero -. Perché ho riconosciuto immediatamente la foto. Di una persona che avevo già tra gli amici, anche nella vita reale. Peccato che purtroppo sia morta qualche mese fa». L'utente lì per lì è rimasto perplesso: c'erano altre foto visibili su quel profilo, qualche post e già qualche amico in comune. Se non avesse pianto la morte, reale, di quell'uomo – noto e stimato professionista, attento conoscitore dell'arte e della cultura non solo umbre – avrebbe pensato a un nuovo profilo e avrebbe cliccato su “conferma”. «Ho anche ipotizzato si trattasse di una pagina commemorativa – prosegue – ma la puzza di bruciato non mi ha convinto. Allora sono passato al contrattacco. Non ho accettato l'amicizia ma ho scritto un messaggio in privato. “Salve, come stai? Questa tua richiesta mi stupisce”. Volevo capire cosa mi avrebbero risposto, ma il finale è stato diverso: dopo poco il profilo è stato chiuso. È rimasto solo quello vero e, ovviamente, non più aggiornato». Probabile che i truffatori si siano accorti dello scivolone e abbiano pensato fosse inutile perdere tempo con un profilo così rischioso per la sua alta riconoscibilità.

Ma il caso del profilo resuscitato non è l'unico. Negli ultimi giorni basta scorrere il proprio feed per notare quante persone scrivano di essersi accorte di essere vittima di clonazione. Invitando i propri amici a non accettare richieste di amicizia a loro nome. Un'accortezza che vale per chi è già amico, ovviamente, ma non per i nuovi. Tra le vittime, ancora una volta, anche volti noti e persino imprenditori conosciuti, come Valeria Guarducci, titolare con i fratelli Alberto ed Eugenio di alcune tra le maggiori attività ricettive di Perugia, segno che il nome di rilievo venga usato per beffare il maggior numero di persone. Ma per fare cosa? Al di là del furto di foto dai profili ufficiali e delle informazioni per rendere sempre più verosimile un profilo clonato, iniziare a chattare con sconosciuti a cui si chiede l'amicizia («Ciao, come va oggi?» è il messaggio partito da uno dei profili clonati negli ultimi giorni) è uno dei primi passi per carpirne informazioni e dati personali. Dati che, come confermato anche dalla polizia postale sempre all'erta su queste attività, in questo momento rappresentano davvero una ricchezza per i pirati informatici, come dimostrano i numeri sulle frodi online in continua crescita. Dalle truffe romantiche ai furti di identità, fino al falso trading online, con le truffe che – dati del Centro operativo per la sicurezza cibernetica della polizia postale alla mano – per esempio nel Perugino solo nel 2023 hanno portato a indagare 196 persone rispetto alle 131 del 2022, con un aumento del + 49,62 per cento.
Come fare, quindi, per prevenire il fenomeno? Oltre al doppio controllo per evitare il cosiddetto hackeraggio del profilo in cui è quello ufficiale che viene rubato, è utile ricercare magari il proprio nome sul cerca amici e trovare così un eventuale clone.

E poi segnalare i profili considerati tarocchi direttamente a Facebook per farli chiudere.

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