Sfonda porte e aggredisce una nonna per riprendersi il figlio: così una mamma ha perso tutto

La porta sfondata
di Egle Priolo
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Martedì 11 Gennaio 2022, 07:01

PERUGIA - Si è presentata sotto casa dell'ex marito armata di motosega, martelli, lime e anche un piede di porco. Ha forzato il portone d'ingresso condominiale e ha letteralmente divelto la porta dell'appartamento. Tutto per portare via con sé il figlio quindicenne. Per non perderlo dopo il divorzio dal papà. Perdendo invece, dopo questo episodio, la patria potestà.

Una storia - per certi versi incredibile e straziante da ogni punto di vista – che arriva dal quartiere di San Sisto dove la donna, 42 anni, da tempo non accetta che ben quattro giudici - di cui tre donne - abbiano stabilito che il figlio sia stato affidato al papà. Una situazione ormai assodata dal 2016, confermata solo lo scorso anno dalla sentenza di divorzio, eppure la mamma non riesce a farsene una ragione. «Il figlio è mio», spiega a chi le chiede conto delle sue intemperanze. Che, oltre a denunce per sottrazione di minore e calunnia, al momento l'hanno portata al settimo trattamento sanitario obbligatorio.
Durante l'ultimo ricovero, nonostante un certificato medico di poco tempo fa ribadisse la bontà del suo stato di salute, ha saputo della responsabilità genitoriale sospesa, al momento a tempo indeterminato, e di come siano stati interrotti pure gli incontri protetti con il ragazzino. Oltre che del divieto di avvicinamento alla casa in cui il 15enne vive e ai luoghi che frequenta abitualmente.
Tutto è partito proprio dalla decisione, prima di Natale, di andare ad acquistare gli attrezzi edili e di presentarsi sotto casa dell'ex. Dove ha iniziato ad armeggiare con il portone del condominio. Altri residenti l'hanno vista e hanno chiamato la polizia pensando a un tentativo di furto. Ma nel frattempo lei è arrivata al piano e ha buttato giù la parte superiore della porta, è riuscita a entrare nell'appartamento e ha cercato di portar via il figlio. Che però ha reagito, ha provato di divincolarsi. È intervenuta la nonna ottantenne, secondo i racconti lei l'avrebbe aggredita, il nipote sarebbe passato all'attacco in sua difesa e alla fine, non volendo, la mamma avrebbe ferito il ragazzino. Delirio e urla fino all'arrivo della polizia che sapeva di dover intervenire per un'effrazione e invece si è trovata davanti un'anziana scioccata, un ragazzino sporco di sangue e una donna affranta, immobile e stralunata. Che alle domande dei poliziotti ha risposto spiegando come il figlio fosse in quella casa abusivamente. Una versione scorretta, smentita dallo stesso ragazzino, che il giudice che ha firmato il divorzio ha invece affidato al papà per i comportamenti consideranti non tutelanti della mamma nei suoi confronti. Tra false accuse di violenza, continue richieste di aiuto alle forze dell'ordine per presunti maltrattamenti e fughe da casa inventate.
Una storia terribile, vissuta come un dramma da tutti i protagonisti, ognuno annichilito nel proprio dolore.

Compreso il 15enne che da anni vive questa condizione e che solo un percorso psicoterapico e tanto affetto gli hanno consentito di provare ad avere una vita normale, tra scuola, amici e sport. Nonostante il dolore e la sofferenza. Un piccolo guerriero che ha dovuto imparare troppo presto a sopportare sulle sue spalle il peso delle battaglie dei grandi, con un papà – assistito dall'avvocato Roberto Coricelli – che prova da sempre a tutelarlo in tutti i modi e una mamma che ha forse la sola colpa di non sopportarne l'assenza. Ma che adesso dovrà stargli ancora più lontana, con l'Ufficio minori della questura incaricato di vigilare i nuovi divieti che le sono stati imposti. Per la sicurezza di tutti. Per prima la sua.

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