Il Perugia si gioca la salvezza. Al Curi (ore 21) c'è il Pescara

Il presidente del Perugia Massimiliano Santopadre
di Antonello Ferroni
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Venerdì 14 Agosto 2020, 09:15

PERUGIA - Dentro o fuori, rien ne va plus. In Serie B oppure in Lega Pro. Ci siamo. A forza di perdere punti, partite e terreno, a forza di aspettare il colpo di reni, la reazione determinata mai arrivata nel corso di una stagione tra le più contraddittorie e negative della storia recente, ecco il Perugia sull’orlo del baratro, alla finale di ritorno dei play out in una situazione di svantaggio dopo la sconfitta dell’andata. Difficile immaginarsi qualcosa di peggio per i tifosi, che oggi si ritroveranno in molti fuori dallo stadio causa Covid 19 per incitare i grifoni anche da lontano. Incitare sì, dal primo al 90’ e anche oltre.
Perché al di là della rabbia e delle inevitabili polemiche, sono loro i primi ad avvertire l’importanza di tenere la categoria, di restare nel calcio che conta evitando l’inferno. Il Perugia a questa partita arriva con l’organico all’osso e tra tante difficoltà ma consapevole della propria forza e ormai anche dei propri atavici difetti. Che oggi dovranno essere ridotti all’osso per uscire vincitori da una sfida contro un Pescara che all’andata all’Adriatico ha approfittato soprattutto del crollo mentale del Perugia che per un’ora lo aveva irretito, superato e poi controllato. Il Pescara avrà a disposizione due risultati su tre.
Per quei due gol subiti nell’ultima mezz’ora all’Adriatico il Perugia oggi sarà costretto solo a vincere: qualsiasi vittoria con un gol di scarto porterà i grifoni ai supplementari e dopo agli eventuali rigori; qualsiasi vittoria con due gol di scarto significherà salvezza. Il Grifo dovrà dunque attaccare e dovrà farlo con giudizio, consapevole di quanto problematico sarebbe prendere gol, di quanto importante sarà contenere le sfuriate di Galano e Pucciarelli e i colpi di Memushaj, e di come invece andare in gol potrebbe ribaltare in un istante le sorti della doppia sfida a livello morale e motivazionale. Oddo alla vigilia ha scelto ancora il silenzio, nonostante i tentativi della società di farlo parlare. L’ex campione del mondo preferisce parlare con i fatti e non può avere gradito le troppe chiacchiere che hanno preceduto questa doppia sfida contro la squadra della sua città e ad una società che lui ben conosce per averla portata fino in A. La sua è una scelta rispettabile e diciamocelo, sarebbe bello vederlo esultare al 90’ togliendosi qualche sassolino dalle scarpe nei confronti di chi ha messo in dubbio la sua professionalità. Si diceva dell’organico all’osso. A fronte di un Pescara che può contare su 26 elementi, il Perugia dopo Rajkovic e Angella deve rinunciare a Di Chiara e Falasco.
Oddo potrebbe tornare alla difesa a quattro, al Perugia che con il 4-3-2-1 schiantò 3-1 gli abruzzesi all’andata. Ma nulla è scontato vista la prima ora ben giocata a Pescara con lo schieramento a tre. Sulla sinistra può toccare a Nzita, l’alternativa è Mazzocchi con l’esperienza di Rosi a destra.

Il pacchetto dei centrali vedrà in campo Gyomber e Sgarbi ed eventualmente il capitano. Rebus anche in mezzo, dove ci sono quattro uomini (Falzerano, Kouan, Dragomir e Nicolussi) per due maglie ai lati di Carraro. In avanti è scarsa l’autonomia sia di Buonaiuto che di Melchiorri, che potrebbero fare staffetta al fianco di Capone e alle spalle di Iemmello, il bomber da 19 gol sul quale un’intera città stasera pone il suo affidamento. Le imprese memorabili sono quelle che si raggiungono all’ultimo istante, sul filo del traguardo.

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