Dopo mesi di tira e molla, tutti i sindacati hanno accettato il premio proposto dall’assessore al personale Vincenzo Riommi: una versione al risparmio, va detto, rispetto a quella degli anni passati.
All’assessore Riommi va dato atto di essere riuscito a metterci le mani. Una decina di anni fa i dirigenti della Regione erano 200 e appena un anno fa una settantina di fortunati si dividevano i premi per 100 posizioni, perché c’erano i dirigenti doppi, che guidavano il loro ufficio e quello due stanze più in là: ad interim. Oggi la retribuzione annua lorda di un dirigente della Regione supera di poco i 100mila euro. Quest’anno la giunta ha dato una bella sforbiciata, un taglio di circa 500mila euro, a quel “fondo premi” che in tutto andava oltre il milione. Per questo motivo, una sigla sindacale, la Direl (l’organizzazione dei dirigenti degli enti locali) era intenzionata a non accettare la proposta al risparmio. Cgil, Cisl e Uil ci stavano: «Perché di questi tempi nessuno può tirarsi indietro da qualche sacrificio». Ma senza l’intesa con tutte le sigle sindacali l’assessore Riommi aveva bloccato l’intera partita. Il rischio era che la vicenda finisse in tribunale. Con i dirigenti-ultras decisi a battersi perché: «È illegittimo tagliarci i premi».
«Visti i tempi, bene i sacrifici anche dei dirigenti - dice Ubaldo Pascolini (Cisl) - ma serve una riorganizzazione profonda e soprattutto una valutazione equa ed oggettiva degli obiettivi con cui si assegnano i premi».
«Abbiamo chiuso una vicenda che è stata sofferta - aggiunge Vanda Scarpelli (Cgil) - va dato atto ai dirigenti di aver capito e della loro buona volontà, ora però l’amministrazione utilizzi a pieno le potenzialità del personale».
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