Todi: rapina Bico, svolta nelle indagini
Il Dna incastra uno dei cinque banditi

Todi: rapina Bico, svolta nelle indagini Il Dna incastra uno dei cinque banditi
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Mercoledì 6 Novembre 2013, 10:59 - Ultimo aggiornamento: 11:37
PERUGIA - Incastrato dal Dna. Da una traccia biologica lasciata durante quegli interminabili minuti di violenza il 20 novembre 2012, quando assalt assieme ad altri quattro la villa a Todi dell'imprenditore Marcello Bico.



«Una rapina decisamente cruenta, durante la quale i rapinatori entrarono nell'abitazione trovando la moglie di Bico: mentre uno la controllava gli altri frugavano, poi una volta tornato a casa hanno immobilizzato l'imprendotire e continuato la razzia» ricordano il comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri, il tenente colonnello Pierugo Todini, e il comandante dei carabinieri di Todi, il capitano Marcello Egidio.



Un assalto studiato nei minimi dettagli, fin dall'ingresso attraverso una finestra laterale: furono rubate divese migliaia di euro, gioielli e diverse armi oltre a gioielli e soldi. L'imprenditore dopo quella rapina subí tre interventi chirurgici per recuperare l'occhio, ma nonostante questo gli è rimasto l'indebolimento permanente dell'occhio.



Dalle prime ore é subito partita la caccia ai banditi dei carabinieri, e dopo quasi un anno di indagini e repertamento di tutte le tracce lasciate dai banditi, ecco spuntare quella che incastra il primo del commando: una traccia di Dna che per i carabinieri colloca in maniera certa il criminale (albanese di 31 anni) sulla scena del crimine. Il tutto possibile anche dalavoro della Sis e del Ris di Roma.



Un profilo criminale decennale, quello dell'albanese. Compare in italia dal 2002, curriculm di rapine, furti, ricettazione. Il provvedimento firmato de Gip Avenoso su richeista del pm Casucci gli èstato notificato nel carcere di Civitavecchia dove é giá detenuto perchè arrestato agli inizi di agosto dai carabinieri di Passoscuro. I residenti avevano notato un'Audi di grossa cilindrata nel paese, auto rubata nella zona, e segnalato la presenz ai carabinieri. Iniziati i servizi di osservazione, poche ore dopo arriva una coppia, i carabinieri intervengono con grande difficoltá perché lui oppone resistenza, prende la pistola nella macchina e tenta di sparare ai carabinieri. La pistola risulterárubata in Campania durante una rapina in villa.



Ma non finisce quirché i carabinieri sono sulle tracce di un altro della banda, e continueranno le ricerche anche per gli altri con il forte sospetto che possano essere autori di tutta una serie di rapine in villa che in quel periodo colpirono la zona del tuderte ed del marscianese e che sono cessate dopo l'arresto di Civitavecchia. «Non ci fermiamo, nonostante sia passato del tempo le indagini continuano e cesseranno soltanto quando tutti i componenti della banda saranno affidati alla giustizia, in questa come in tutte le nostre indagini» ha concluso Todini.
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