Diego Maradona, la partita contro la Ternana al Liberati

Diego Maradona a Terni il 22 maggio 1989
di Paolo Grassi
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Giovedì 26 Novembre 2020, 18:19 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 20:13

Dover giocare contro l'Italia in amichevole, arrivare e non trovare i calciatori della Nazionale azzurra tranne uno, ritrovarsi ad affrontare, invece che la squadra dell'allora ct Azeglio Vicini, la Ternana allenata da Claudio Tobia, squadra di serie C2. Avvenne questo, nel 1989. Era il 22 maggio e, allo stadio Libero Liberati di Terni, la vedette più attesa era il grande Diego Armando Maradona, insieme alla sua nazionale dell'Argentina, allenata da Carlos Bilardo, campione del mondo in carica. Terni e i calciatori di quella Ternana, ricordano ancora quel giorno in cui, per beneficenza, Maradona giocò al Liberati, affrontando proprio loro. Successe, in sostanza, che l'asso mondiale del calcio, scomparso il 25 novembre 2020, organizzò l'amichevole per devolvere il ricavato della vendita dei biglietti in beneficenza all'Associazione Uniti per la vita. Ad organizzare insieme a lui, Stefano Tacconi, umbro (perugino, di Ponte Felcino) allora portiere della Juventus e della Nazionale. Lui fu l'unico degli azzurri a presentarsi allo stadio. Tutti gli alti non c'erano, non autorizzati dai loro club. Come Fare? Come giustificarsi, di fronte a circa dodicimila spettatori? L'unico modo per far giocare la partita, era chiamare la squadra locale, la Ternana. Così, venne fatto. Non la prima squadra al completo, ma solo quelli che si riuscirono a rintracciare e che si trovavano nei paraggi (era di lunedì, giorno libero per le quadre di calcio dopo la domenica in campo). Così, si avverò in maniera inaspettata il sogno di tanti calciatori di serie C, che mai avrebbero pensato di giocare contro Maradona. Giocò, dunque, la Ternana, con Tacconi in porta nel primo tempo. I campioni dell'Argentina, invece, c'erano tutti. E così, Italia-Argentina divenne Ternana-Argentina. Per la sorpresa del pubblico, deliziato tuttavia dalle grandi giocate del Pibe De Oro. Vinsero, ovviamente, i sudamericani, 7-2, con Maradona che segnò due reti. Se lo ricordano bene, i calciatori che scesero in campo, protagonisti di quella Ternana che meno di un mese dopo avrebbe conquistato la promozione in serie C1. "Noi stavamo in tribuna da spettatori e ci chiamarono con l'altoparlante per farci andare negli spogliatoi", ricordano Romualdo Picchiante e Paolo Terzaroli, a quei tempi giovani promesse. Lucio Caccialupi, difensore rossoverde, nemmeno immaginava che avrebbe incrociato Maradona in una partita: «Avevamo il giorno libero. Io ero a Roma. Mi telefonarono e mi dissero di tornare subito a Terni. Pensai a uno scherzo. Invece, mi trovai a giocare quella partita. Lui era fantastico. Fece dei numeri da far restare a bocca aperta. Io rimproverai pure qualche mio compagno che lo colpì duro. Mi sembrava quasi un sacrilegio, andare duri su di lui. Comunque, era molto resistente fisicamente. Ma era anche un ragazzo disponibile e un signore, in campo». Picchiante aggiunge: «Mi ricordo che Massimo Spinelli lo atterrò due o tre volte senza tanti complimenti. Ma la cosa più bella, fu quando nel dopopartita ci ringraziò per esserci resi disponibili». Quella partita se la ricorda bene pure Roberto Renzi, portiere dal passato in serie A e che a fine carriera era andato a prendersi qualche soddisfazione nella Ternana. Di quell'anno, può ricordare il campionato vinto e anche di aver parato al grande Diego una punizione delle sue in quell'amichevole, visto che nel secondo tempo prese il posto di Tacconi. Ma soprattutto, ricorda "l'emozione di vederlo giocare da vicino e il saluto cordiale che venne poi a fare negli spogliatoi ai suoi avversari, con grande gentilezza". Terzaroli, quel giorno numero 10 della squadra italo-ternana, scambiò con lui la maglia.

Racconta:  "Mi ricordo che ci abbracciammo e ci baciammo pure. Poi, la sera andammo tutti a cena insieme al ristorante e passammo con Maradona una serata molto piacevole". Quella maglia, però, Terzaroli non ce l'ha più: "L'ho poi regalata a un amico, per ringraziarlo di un grandissimo favore che mi ha fatto. Lui, però, la conserva gelosamente, in una bacheca».

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