Terni, piscine dello stadio chiuse
la rivolta degli abbonati
pronti ad un'azione legale

Terni, piscine dello stadio chiuse la rivolta degli abbonati pronti ad un'azione legale
di Monica Di Lecce
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Sabato 5 Febbraio 2022, 08:58 - Ultimo aggiornamento: 19:11

TERNI Gli utenti delle Piscine dello Stadio affilano le armi. Con l’impianto chiuso da settimane e senza alcuna certezza su una eventuale riapertura e sulla sua tempistica, diversi sportivi, con gli abbonamenti ancora attivi, altri appena sottoscritti, si sono rivolti a un legale per verificare la possibilità di eventuali azioni. Tra gli utenti infuriati per le modalità con cui è avvenuta la sospensione del servizio, c’è chi aveva pagato poche ore prima della chiusura o chi era ricorso anche ad una finanziaria per saldare l’abbonamento annuale. La sospensione delle attività e la rapidità con cui è avvenuta ha per tutti il sapore della beffa. «La situazione è molto complessa e richiede molta attenzione – dice l’avvocatessa Silvia Bartollini che tutela la posizione di diversi utenti – La sto analizzando a 360 gradi ma non escludo nessuna forma di azione legale né alcuna sede». L’avvocatessa sostiene che la chiusura di quell’impianto, «punto di riferimento per lo sport cittadino e per tanti giovani, per le modalità in cui è maturata, rappresenta un fatto gravissimo in un momento storico complicato come quello attuale in cui le famiglie hanno fatto anche sacrifici» per sottoscrivere gli abbonamenti. La rabbia degli utenti ha preso il sopravvento rispetto al disorientamento iniziale. Lo sanno bene i titolari delle due attività commerciali ancora aperte all’interno dell’impianto di viale dello Stadio. «Un giorno si e un no, arriva qualche utente infuriato che trovando solo noi all’interno della struttura – racconta il parrucchiere Riccardo Blasi – ci chiede spiegazioni che non abbiamo e non sappiamo dare».

C’è anche chi ha lasciato gli oggetti personali negli armadietti e vorrebbe recuperali ma lì non c’è nessuno e quei locali non sono accessibili. «Come possiamo spiegare agli utenti arrabbiati - si domanda il parrucchiere - che noi siamo messi peggio di loro?». Quella che il parrucchiere e l’estetista “ingaggiano” ogni giorno, dal 17 gennaio quando le attività sportive sono state sospese, è una “lotta per la sopravvivenza” come la definisce lo stesso Blasi. «Non so per quanto tempo ancora riusciremo a resistere» rivela e come le due attività abbiano subìto il distacco delle utenze non pagate dal gestore e come si siano organizzate di conseguenza. «Abbiamo sempre pagato l’affitto alla Pds Sport & Fun – continua Blasi - questa situazione di incertezza pesa molto anche a noi. Basti considerare che per tenere aperte le nostre due attività ci stiamo attaccando al gruppo elettrogeno che ci costa 800 euro di affitto al mese. Per l’acqua ci organizziamo giorno per giorno portandola da fuori. Facciamo le pulizie da soli, abbiamo anche sistemato l’atrio per continuare a mantenere un certo decoro degli ambienti. Ma non mancano gli inconvenienti: oggi (ieri ndr) per esempio è saltato il gruppo elettrogeno mentre avevamo i clienti sotto trattamento. Continuare così è davvero dura». 

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