Perugia, parte il lungo progetto per salvare dell'antico acquedotto

Un momento del sopralluogo agli "Arcacci", quel che resta del tratto dell'acquedotto a San Marco
di Riccardo Gasperini
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Mercoledì 12 Aprile 2023, 10:44

PERUGIA - C’è un nuovo significativo passo in avanti, che equivale ad una vittoria, per il progetto ideato da cittadini e associazioni per il salvataggio di quel che resta dell’antico acquedotto medievale. L’idea di recupero, raccontata a più riprese attraverso queste colonne, è finita al centro di una delibera della giunta comunale che dispone, su tutto, la redazione di un patto di collaborazione fra associazionismo e Comune, ma anche e soprattutto l’impegno a individuare finanziamenti esterni, attraverso bandi pubblici, con il coinvolgimento delle amministrazioni statali preposte alla tutela di beni come lo storico acquedotto cittadino. Una svolta bella e buona dopo anni di degrado e abbandono di quella testimonianza ingegneristica che adesso la città e pronta a riscoprire e tutelare. Riscoprire perché, fra le varie cose, si lavorerà per la realizzazione di un percorso ciclipedonale di circa 6 chilometri che collegherà la zona dei Conservoni a Monte Pacciano con l’acropoli (passando per la valle di San Marco, Ponte d’Oddi dove sono stati di recente scoperti alcuni archi superstiti, e poi per Monteripido dove ci sono parti interrate), creando di fatto un corridoio verde con la possibilità di fruizione delle opere. Opere che diventeranno, nel tempo, oggetto di interventi di riqualificazione. Ma questa fase sarà, come detto, necessariamente vincolata alla ricerca di finanziamenti esterni. Intanto la sinergia fra cittadini, associazioni e Comune ha già dato importantissimi risultati e altri ne arriveranno dopo il patto di collaborazione.

I dettagli emergono dalla delibera di giunta 125 dei giorni scorsi, dove si delineano le prime fasi di lavoro.

C’è da dire che sono già state fatte ricerche approfondite per individuare i tracciati dell’acquedotto del 1254 e di quello del 1322, nonché di quello ottocentesco del Cerrini (1827). Le indagini andranno avanti per approfondire la proprietà dei manufatti e delle aree interessate, con inclusa una verifica dei componenti dell’antico acquedotto ancora in uso (come il Conservone vecchio del 1277 e il nuovo del 1832). Sarà poi fatta una raccolta del ricco materiale bibliografico, cartografico e documentale esistente sull’acquedotto, con l’impegno ad avviare una riproduzione informatica finalizzata alla creazione di un centro di documentazione sull’acquedotto. Si metterà poi mano al terreno con sistemazioni della viabilità esistente e realizzazione di nuovi tratti per rendere fruibile il nuovo percorso ciclopedonale. Per quest’ultimo il Comune metterà nero su bianco un progetto di fattibilità tecnico economica. Tanti aspetti che rappresentano una svolta per l’idea progettuale che ha visto protagoniste associazioni e cittadini, fra cui vari esperti del settore componenti di un gruppo tecnico.

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