Perugia, a Ponte d'Oddi riscoperti due archi dell'antico acquedotto

Perugia, a Ponte d'Oddi riscoperti due archi dell'antico acquedotto
di Riccardo Gasperini
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Mercoledì 22 Marzo 2023, 07:00

PERUGIA - Mentre comincia a prendere forma un progetto di salvataggio, spunta una scoperta relativamente all’antico acquedotto medioevale che si sviluppava dai Conservoni al centro storico. A raccontare la novità, che interessa il tratto a ridosso di Ponte d’Oddi, sono Cesare Barbanera e Giovanni Paggi, due soci del Circolo Ponte d'Oddi. Non del tutto convinti che le arcate fossero completamente scomparse, hanno verificato con non poca difficoltà la situazione durante una passeggiata esplorativa. Notevoli le difficoltà riscontrate, dovute al pendio del terreno e alla folta vegetazione che in quel tratto da anni cresce liberamente. Ma gli ostacoli non hanno fermato i due esploratori, che hanno fatto una notevole scoperta di carattere storico architettonico. Dei 5 archi costruiti a partire dal 1317, risultano visibili 5 piloni e due archi completamente integri. Insomma, quella parte di arcate è ancora quasi del tutto presente, quasi in condizioni migliori di quelli rimasti nella vallata di San Marco, più a ridosso dei Conservoni. «Si dava per certo che gli archi di Ponte d'Oddi fossero completamente crollati ed invece con somma sorpresa sono lì in attesa che qualcuno possa liberarli dalla vegetazione e farsi belli di fronte ai curiosi e amanti della storia e dell’architettura», racconta Barbanera che, con il circolo, è stato fra i primi a spingere per un progetto di recupero. L’obiettivo del progetto, come raccontato dal Messaggero nelle scorse settimane a seguito di un sopralluogo tecnico, è quello di sviluppare un percorso lungo l’antica via dell’acqua, studiando anche un salvataggio di quel che rimane dell’opera medioevale. «Da lì il percorso per arrivare agli archi dello Spinello (quelli di San Marco) è brevissimo come è breve per arrivare a San Matteo degli Armeni (dove c’era un’altra serie di arcate) e quindi alla fontana Maggiore». «Speriamo che questa ulteriore scoperta abbrevi i tempi per un rapido intervento da parte degli enti interessati».

Il Comune, su questo fronte, ha avviato una serie di verifiche, anche con l’uso di droni, per mappare il percorso dell’acquedotto. E proprio in questi giorni dovrebbe essere un primo importante via libera in Comune per provare a dare gambe al progetto, che vede coinvolti tecnici e associazionismo cittadino. Certo, la strada è lunga, ma le basi per salvare un simbolo storico della città, sembrano esserci tutte. Una spinta arriva anche dalla scoperta fatta in questi giorni.

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