Quasi tutti gli artisti sono residenti e si potranno ascoltare quindi più volte durante i cinque giorni di festival, ed alcuni sono proposti in formazioni e progetti diversi. I luoghi della musica sono il teatro Mancinelli, il museo Emilio Greco, le sale del Palazzo del Capitano del Popolo, tutti nel cuore dell'acropoli orvietana. Musica non stop al Palazzo dei Sette e Jazz lunch e Jazz dinner al «Malandrino» e al «San Francesco». Come sempre, ci saranno i Funk Off a sfilare per le vie del centro orvietano. E per chi vorrà far tardi, verranno nuovamente proposte le jam session, definite uno dei riti più identitari del jazz fin dalle sue origini. Si comincia a mezzanotte con la resident band (Piero Odorici e Daniele Scannapieco ai sax, Andrea Pozza al piano, Aldo Zunino al contrabbasso e Antony Pinciotti alla batteria) e si prosegue finché si ha voglia. Restano centrali i due momenti che da sempre caratterizzano il festival, il concerto gospel che segue la Messa di Capodanno nel Duomo e i tre grandi veglioni della notte di San Silvestro. Umbria jazz, infine, offre anche quest'anno una vetrina di prestigio a due giovani formazioni: la vincitrice del Conad jazz contest 2018 e il Berklee-Umbria jazz clinics 2018 Award group, ovvero gli studenti più promettenti tra quelli che hanno frequentato i corsi estivi del College di Boston.
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