Orvieto, Concorsopoli avvelena la campagna elettorale: Germani si smarca da Bocci

Il sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani
6 Minuti di Lettura
Domenica 14 Aprile 2019, 18:22
ORVIETO - Concorsopoli avvelena la campagna elettorale sulla Rupe. L'eco che dell'indagine che ha travolto  i vertici regionali del Pd, la Giunta Marini e più complessivamente il mondo della sanità umbra risuona a Orvieto dove, soltanto qualche ora prima dell'arresto, l'ormai ex segretario regionale Giampiero Bocci aveva di fatto commissariato i Dem orvietani e il suo segretario Andrea Scopetti reo di aver contestato in maniera dura, anche attraverso un ricorso alla commissione di garanzia, la legittimità della ricandidatura del sindaco uscente Giuseppe Germani. Un imprimatur, quello dell'ex sottosegratario, che malgrado sia arrivato dopo numerosi tentativi dello stesso Bocci di trovare una alternativa a Germani anche attraverso una serie di sondaggi, ora imbarazza i fedelissimi del primo cittadino che nell'indignazione generale per i fatti che stanno emergendo dall'indagine vedono un nemico in più in vista del 26 maggio. Così, attaccato via social anche da esponenti del Pd che con ogni probabilità si candideranno in un'altra lista civica a lui contraria (Orvieto 19to24 che sostiene la candidatura di Franco Barbabella), il sindaco Germani con una nota si smarca da Bocci che pure aveva sostenuto all'ultimo congresso regionale. Un appoggio - avevano sussurato i rumors di allora - nell'ambito dell'accordo politico tra lo stesso Bocci e la governatrice Marini che avrebbe dovuto garantire, tra le altre cose, proprio la riconferma del sindaco uscente. 

GERMANI: NESSUNA SUDDITANZA «Le notizie di questi giorni - scrive Germani - che raccontano fatti presunti di mala gestione in tema sanitario in Umbria, hanno colpito me come tutti. Ho letto l’ordinanza e quello che emerge dalle intercettazioni riferisce di atti di una particolare gravità qualora confermati dai procedimenti giudiziari in atto. Come amministratore pubblico non posso che auspicare un percorso rapido della giustizia, che possa al più presto fare chiarezza sugli illeciti presunti ed eventuali responsabilità. Detto ciò non posso che condannare lo sciacallaggio politico e personale messo in atto da chi emette sentenze preventive o chi ricostruisce ad arte fatti, percorsi e rapporti strumentali alle battaglie elettorali tra e dentro le forze politiche. E’ inaccettabile il falso moralismo - prosegue il primo cittadino attaccando Lega e M5S - di chi deve ancora spiegare la scomparsa di 49 milioni di euro e si rifugia dietro l’immunità parlamentare per evitare processi, come di chi è al malgoverno della Capitale. E’ inaccettabile l’attacco personale sulla sudditanza presunta del sottoscritto verso le Istituzioni e la classe politica regionali ribaltando e mistificando la realtà. C’è la storia e ci sono i fatti di un quinquennio a dimostrarlo. C’è la storia della mia autocandidatura di 5 anni fa e la vittoria alle primarie contro le indicazioni del partito locale e regionale, una parte del Pd restata all’opposizione della Giunta per l’intera legislatura ed oggi in fuga verso altri lidi. Ci sono i fatti di ciò che abbiamo ottenuto dalla Regione, come la priorità dei finanziamenti alla nostra Area Interna ma anche la fermezza quando non anche lo scontro in tema ambientale e sanitario.  E che dire della mia autocandidatura dei giorni scorsi dopo oltre un mese di sondaggi e ricerche vane di altre figure improbabili a cui, correttamente, avevo comunque dato la mia disponibilità. E’ proprio questo mio essere fuori dagli schemi che mi consente oggi di scendere nuovamente in campo a testa alta, con il sostegno della base del partito e, alla fine, sostenuto anche dal partito regionale. Ma questi ultimi fatti mi dicono che dobbiamo continuare ad agire così, insieme, tutto il centrosinistra e le liste civiche che mi sosterranno, perché da Orvieto può nascere un modo diverso di fare e intendere la politica. Che recuperi le buone pratiche del passato e le unisca alle nuove necessità di rappresentanza del territorio. Per il resto rivendichiamo autonomia. Autonomia da quel modo di fare politica che non è il mio e non deve essere il nostro. Autonomia da chi pensa che le clientele siano il modo della politica. Per me, per noi, non è così. E sfido chiunque a dire il contrario. Trasparenza, perché è l’unico modo per recuperare il rapporto con le cittadine e i cittadini. Ascolto, perché troppe volte ci si rinchiude nei palazzi e si pensa di essere possessori delle verità e delle buone idee, che invece possono venire anche dall’esterno. Apertura, nella logica di quella piazza grande che, a Orvieto, è ancora più grande della stessa città, perché la nostra città è un bene dell’umanità. E umiltà. Umiltà, che mi fa chiedere scusa a quelle cittadine e a quei cittadini per delle responsabilità che comunque afferiscono a individui che fanno parte del partito in cui milito. Un partito che dovrà trovare il coraggio per operare un taglio netto con quei protagonisti di quella squallida vicenda nel momento che fossero giudicati colpevoli. E da militante do fiducia a Walter Verini. Lui da commissario del Pd umbro e Zingaretti da segretario nazionale hanno un duro compito da svolgere, insieme a tutti noi. Quello di ricostruire un partito e una coalizione che faccia il bene del Paese. Noi, a Orvieto, abbiamo già cominciato a farlo da un po’ di tempo».

I DEM SI SPACCANO Nel frattempo la ormai conclamata e insanabile la spaccatura all'interno del Pd orvietano e le conseguenze politiche dell'indagine su Concorsopoli stanno avendo effetti anche sulla composizione delle liste. La lista civica Orvieto 19to24, che appoggia Franco Raimondo Barbabella, sta reclutando candidati nelle file della maggioranza del Pd vicina al segretario Scopetti e c'è già chi, via social, ha dato segnali inequivocabili come il presidente del consiglio comunale Angelo Pettinacci e il vicesegretario comunale Renato Piscini. Nei Dem la situazione è grottesca con un coordinamento politico organizzativo guidato dal sindaco di Narni De Rebotti, voluto dall'ex segretario regionale, che si deve occupare della fase elettorale al posto della segreteria comunale che tuttavia formalmente è ancora legittimata e dove il segretario Scopetti non intende fare un passo indietro. Nella lista Pd tuttavia ora si rischiano defezioni importanti dell'area cattolica che, prima dello scandalo e degli arresti, sembrava essere tornata invece al capezzale di Germani. Il primo cittadino uscente al momento può contare su una "coalizione" formata da tre liste, quella del Pd, la lista civica del sindaco da lui stesso ribattezzata dei "professionisti" e una terza compagine evoluzione della lista "Per andare avanti" presentata cinque anni fa dove si troveranno gran parte degli assessori uscenti. Non c'è invece ancora l'accordo con la sinistra di "Bella Orvieto" che ha anche individuato un proprio candidato sindaco - un ex consigliere comunale si mormora - e ora pensa di correre in solitaria. 

TARDANI: DA ORVIETO SEGNALE DI DISCONTINUITA' Nelle ferite del Pd mette il sale la candidata sindaco di Lega, Fi e Fdi, Roberta Tardani. «Fatta salva la necessaria impostazione garantista - dice - il quadro che emerge dall'inchiesta della magistratura perugina fa preoccupare, fa indignare e mortifica tutti noi umbri.  Leggere nell'ordinanza della magistratura di come i vertici del Pd umbro e della Regione manipolassero sistematicamente le assunzioni nella sanità suscita rabbia, così come leggere che il sottosegretario agli Interni Giampiero Bocci informava il manager della sanità pubblica della presenza di microfoni collocati nel proprio ufficio dai vigili del fuoco. La verità è che in un sistema politico consolidato e decennale come quello umbro, senza alcun ricambio, certi malcostumi rischiano di diventare consuetudini. Alle prossime elezioni comunali abbiamo la possibilità di mandare, da Orvieto, un segnale di forte discontinuità. Cominciamo a liberare la nostra città dal malgoverno dell'attuale maggioranza e avviamoci, con convinzione, verso un percorso politico di reale rinnovamento».  
© RIPRODUZIONE RISERVATA