Concorsopoli, i carabinieri: «Bocci non ha mai chiesto favori». Ecco come i finanzieri hanno messo le cimici in ospedale

Gianpiero Bocci e David Brunelli
di Egle Priolo
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Mercoledì 22 Novembre 2023, 07:13

PERUGIA - «Bocci? Non ha mai chiesto nessuna informazione sulle indagini in corso». Dopo i due ex questori di Perugia, Carmelo Gugliotta e Giuseppe Bisogno, la difesa dell'ex sottosegretario agli Interni, con gli avvocati Chiara Peparello e David Brunelli, ha chiamato a testimoniare alti graduati dell'Arma dei carabinieri e dei vigili del fuoco per ribadire il concetto davanti alla Corte che si appresta a dover decidere sul processo Concorsopoli: «Nessun favore e nessuna richiesta».

Ieri, nell'aula del Capitini, sono passati sul banco dei testimoni Giovanni Fabi e Angelo Cuneo, ex comandanti provinciali dei carabinieri di Perugia, che hanno conosciuto Gianpiero Bocci negli anni in cui era sottosegretario. Entrambi hanno raccontato di rapporti di cordialità e di un «comportamento istituzionale» di Bocci che non ha mai chiesto informazioni sulle indagini legate all'inchiesta sui presunti concorsi truccati in sanità per cui è attualmente imputato insieme ad altre 31 persone. Indagini, va detto, svolte dalla guardia di finanza - che portarono nell'aprile del 2019 anche agli arresti domiciliari per lui e l'ex assessore regionale alla Sanità Luca Barberini – su cui però, in sintesi, Bocci non si sarebbe informato di rinterzo.
L'avvocato Peparello ha poi chiamato anche due funzionari dei vigili del fuoco, compreso chi si occupò dell'organizzazione della finta bonifica degli uffici dell'ex direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Perugia, Emilio Duca, per poter piazzare le cimici le cui riprese, audio e video, sostengono la tesi dell'accusa dei pm Mario Formisano e Paolo Abbritti dell'esistenza di una «rete di sistema» per pilotare i concorsi in sanità. I vigili del fuoco hanno quindi raccontato le riunioni con gli investigatori della guardia di finanza per stabilire giorno e ora della finta bonifica in seguito alla segnalazione della possibile presenza di antrace negli uffici dell'Ellisse. I pompieri non sapevano ovviamente a cosa servisse quell'operazione per sgomberare gli edifici, ma in ogni caso non ricevettero richieste informative da parte di Bocci.
Dopo la testimonianza, infine, del braccio destro storico di Bocci, all'epoca anche segretario regionale del Partito democratico – che ha ridimensionato fortemente l'apporto di Moreno Conti all'attività della segreteria, rispetto ai suoi stessi racconti che hanno tirato in ballo Bocci su presunti interessamenti a prove e candidati – Barberini, come sempre in aula, ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee. Ricostruendo in pochi minuti i motivi delle sue famose dimissioni che spaccarono per qualche giorno la giunta di Catiuscia Marini. «Motivazioni squisitamente politiche, quando sono venute meno sono rientrato», ha spiegato.
Dopo l'udienza di ieri, vanno quindi ad assottigliarsi ulteriormente le liste dei testimoni che la corte presieduta da Marco Verola (con Francesco Loschi e Sonia Grassi) deve ascoltare: dopo le requisitorie dei pm e possibili richieste di condanne e le arringhe delle difese, la prima sentenza di Concorsopoli è ormai attesa per la primavera, a cinque anni dal deflagrare dell'inchiesta che ha terremotato la politica targata Pd in Umbria.

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