PERUGIA - Bonus babysitter richiesti indietro dopo mesi a medici di famiglia e guardie mediche, arriva la nota ufficiale dell'Inps che ha sospeso i pagamenti. Come anticipato nei giorni scorsi dal Messaggero, che ha seguito la vicenda dal suo esordio, le 122 richieste di risarcimento - avanzate dall'istituto con le lettere che richiedevano il pagamento entro 30 giorni dalla notifica – sono state congelate. Grazie certamente al rumore della vicenda, ma anche all'impegno che la direzione regionale dell'Inps Umbria ha profuso per arrivare a un accordo. Almeno per il momento.
«In attesa di chiarimenti da parte del Ministero del lavoro, tutti gli indebiti relativi ai bonus baby sitting e centri estivi non dovranno essere restituiti. È il risultato ottenuto dalla mediazione della direzione regionale Inps Umbria con la direzione centrale competente dell’Istituto e il Ministero del lavoro»: questa la comunicazione ufficiale arrivata ieri a firma del direttore regionale Fabio Vitale. Che ha riassunto la vicenda per non creare altri equivoci, dopo che addirittura alcuni organismi di categoria avevano in qualche modo scaricato i professionisti raggiunti dalle richieste di risarcimento, evidentemente ritenuti colpevoli dell'errore. Vitale, invece, fa di più e non ha dubbi a definire la vicenda come «discriminatoria». «La vicenda – spiega il direttore regionale - si origina dalle richieste di restituzione di somme indebite ricevute da alcuni medici convenzionati con il Servizio sanitario nazionale, in prima linea nel combattere il covid. La normativa, infatti, prevede una differenza nell’importo del bonus percepibile: massimo 2.000 euro per i sanitari dipendenti pubblici e 1.200 per i sanitari privati. I sanitari che pur lavorando nel pubblico con un contratto di collaborazione - di natura privatistica - avevano chiesto ed ottenuto più di 1.200 euro avrebbero dovuto restituire l’importo eccedente. Si tratta tuttavia di un’evidente discriminazione, che necessita di essere posta all’attenzione del legislatore e del Ministero competente».
«In questo momento emergenziale l’Inps è in prima linea accanto a medici ed infermieri nel contrastare la crisi sanitaria ed economica – prosegue il direttore Fabio Vitale -. Questo è dimostrato non solo dall’enorme mole di prestazioni covid erogate dall’Istituto nell’ultimo anno, ma anche dall’aver messo a disposizione della campagna vaccinale le proprie strutture e i propri medici sul territorio». «A tutti i sanitari impegnati nel contrasto al covid va la nostra vicinanza e solidarietà – è la conclusione dell'Inps -, insieme all’assicurazione che ci impegneremo affinché eventuali discriminazioni dovute a “sviste” del legislatore o del Ministero competente vengano evidenziate e corrette».
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