PERUGIA - Richieste di risarcimento per il bonus babysitter ai medici di famiglia e guardie mediche, l'Inps si muove e le sospende. È la buona notizia per quei professionisti della sanità che in questi giorni si sono visti recapitare le lettere per il recupero del bonus considerato percepito indebitamente.
Perché? Per un'interpretazione evidentemente errata del bando, ma che - senza alcuna malafede - ha tratto in inganno circa 120 sanitari. Che hanno chiesto il massimo, cioè 2.000 euro, previsto per i «lavoratori dipendenti del settore sanitario pubblico e privato accreditato». Ma invece, nonostante fiscalmente siano equiparati, ai fini del bonus i medici di base e le guardie mediche sono praticamente considerati liberi professionisti, convenzionati e non accreditati: su queste due parole si basa l'equivoco. Una differenza per cui i medici beffati avevano diritto a un massimo di 1.200 euro: da qui le richieste di risarcimento parziale. In Umbria c'è chi le ha ricevute da 300 fino ad 800 euro. Per una differenza semantica che, per esempio, ha consentito ai dipendenti di laboratori di analisi privati di poter ottenere il massimo e a un medico di base no.