La rivoluzione del mercato riporta indietro la Ternana. I punti latitano come nella prima parte dell'andata e per l'allenatore Roberto Breda è tutto da rifare. Lui dice che c'è «un'identità» da ritrovare». Proprio come in estate, quando la squadra era già allora per gran parte nuova. Sembra di essere tornati a settembre, anche se Breda chiede ai suoi di tornare ad essere quanto prima la Ternana di novembre, quella che con lui in panchina aveva cominciato a fare punti. Nella tifoseria torna la paura della serie C e dalle curve si comincia a contestare la società e il presidente Nicola Guida. La squadra non gioca più come prima, ha perso con le cessioni di gennaio dei riferimenti chiave e da due partite nemmeno segna più. Torna la sterilità di inizio stagione. E pensare che nella gestione Breda si segnava sempre, anche quando si perdeva. Anche per un attacco rimasto praticamente spuntato nella partita persa con il Como dopo la sostituzione di Antonio Raimondo e quella di Filippo Distefano nonostante fosse l'unico che impensieriva il Como. Federico Dionisi non ritrova la via del gol, Andrea Favilli è squalificato ancora una giornata e Jan Zuberek è sparito dai radar, per un'indisponibilità sulla quale Breda si limita a dire: «Dovrebbe essere lo staff medico, a dare informazioni più corrette».
Disordine in avanti, l'errore alla fine fatale, i tiri in porta che non si vedono, un tempo regalato agli altri. Come tre mesi prima. Breda chiede ai suoi più intensità. «Nel secondo tempo della partita con il Como - dice - siamo andati meglio, nei duelli e nello spingere. Dobbiamo tornare come eravamo a novembre, quando in campo c'era un'intensità diversa. Ora pretendo una voglia e una determinazione migliori nei duelli, nel difendere palla e nel giocare i palloni». Oggi, però, alcuni degli uomini in grado di dettare i ritmi di questa intensità non ci sono più. Per Breda, però, non è questo il problema: «No, niente alibi. C'è da ritrovare un'identità. Sono arrivati giocatori bravi e importanti, anche se con caratteristiche diverse. Non è il tempo dei rimpianti, ma del lavoro e dell'intensità da ritrovare». In un certo senso, ricostruire un essere squadra. «Dobbiamo andare a perfezionare i nostri meccanismi.