Il tecnico della Ternana, Lucarelli: "In tempo di covid, la regola dei 22 in rosa in Lega Pro non è proprio da Nobel"

Il tecnico della Ternana, Lucarelli: "In tempo di covid, la regola dei 22 in rosa in Lega Pro non è proprio da Nobel"
di Paolo Grassi
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Venerdì 4 Settembre 2020, 18:25

La nuova regola della Lega Pro che limita a 22 professionisti le rose delle varie squadre? Anche al tecnico della Ternana Cristiano Lucarelli, non piace. Tanto da strappargli una battuta di spirito e da fargli dire che "questa riforma, credo proprio che non verrà candidata al premio Nobel". Una regola contro la quale si schiera l'Associazione italiana calciatori (Aic) che proclama lo stato di agitazione e minaccia persino di indire lo sciopero per la prima giornata di campionato della Lega Pro, fissata per il 27 settembre. Una regola arrivata proprio nell'anno in cui il coronavirus sta continuando a creare problemi e a riservare, quando meno lo si aspetta, dei casi di positività in seno ai gruppi delle squadre di calcio. Non è il caso della Ternana, che fin qui ha sempre avuto negativi sia tutti i tamponi che tutti gli esami sierologici. Ma cosa può succedere da qui ai prossimi giorni, nessuno può dirlo. E secondo l'ex bomber del Livorno, oggi tecnico della squadra umbra rossoverde, questo rischio deve comunque essere tenuto in considerazione. Anche per questo, dunque, la rosa limitata a 22 professionisti potrebbe creare il rischio di rendere gli organici ancora più risicati. Il calcio professionistico italiano ha fin qui registrato diversi casi di positività al covid da parte di calciatori. "Ci sono, ad esempio - dice Lucarelli - dei calciatori della Viterbese (potenziale avversaria della Ternana in un girone C di serie C, ndr) che sono risultati positivi al covid. Così, ho letto. Facendo i dovuti scongiuri, dovesse succedere anche a noi di restare momentaneamente senza qualche giocatore, rischieremmo di avere problemi numerici in qualche reparto. Purtroppo, questo è un anno particolarissimo. Un anno nel quale pure le cose più insignificanti dovrebbero essere tenute in grandissima considerazione, per non trovarsi poi in emergenza. E questo, considerando anche il rischio covid".

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