Terni, tutto esaurito ai concerti di musica classica. Paparelli: «Altro che città dell'acciaio, qui c'è un'ampia tradizione musicale»

Terni, tutto esaurito ai concerti di musica classica. Paparelli: «Altro che città dell'acciaio, qui c'è un'ampia tradizione musicale»
di Aurora Provantini
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Venerdì 22 Luglio 2022, 19:11

TERNI - La Nona di Beethoven, il capolavoro del grande compositore tedesco per soli, coro e orchestra, ha riempito l’anfiteatro Romano. E il giorno seguente, in piazza Tacito, gli spettatori sono arrivati a sedersi fino sul bordo della fontana monumentale.  Perchè Terni non è solo capitale dell'acciaio: è anche città delle musiche. Molto dipende dal fatto che a Terni c’è un pubblico attento. «Curioso e partecipe, erede di una tradizione lunga e di qualità» - dichiara l’assessore alla cultura Maurizio Cecconelli.
«Non va dimenticato che la nostra città può vantare, nella sua storia musicale, l'attività di più di un teatro – spiega Silvia Paparelli, pianista e musicologa ternana, da tempo attiva anche nell’organizzazione culturale – qualche nome illustre (Briccialdi, Falchi), ma anche iniziative più recenti e ormai di solida tradizione come il concorso pianistico internazionale Alessandro Casagrande. La programmazione musicale ha quindi a Terni una storia di fatto ininterrotta, pur subendo le trasformazioni imposte dal mutare dei tempi, fatto che ha senz’altro contribuito alla formazione di un pubblico abituato ad un’offerta ampia, talvolta anche di altissima qualità». Silvia Paparelli ne traccia i “connotati”: «Un pubblico nel quale non è raro trovare chi ha una pratica o una formazione musicale ancora oggi, in un’epoca ormai lontana dal dilettantismo diffuso dell’Ottocento e del primo Novecento, esercizio nobilissimo che rendeva possibile che a Terni fossero attive, per fare giusto un esempio, una Società filarmonica e un Concerto cittadino. Ovviamente in tutto questo ha un peso l’accessibilità della formazione musicale: il Briccialdi, ma non solo, considerando storiche “inclinazioni” verso generi diversi, che rendono possibile parlare di pubblico cittadino “delle musiche” più che "della musica”, a cui corrispondono un numero e una varietà di musicisti professionisti anche a loro volta non così abituali per una città di provincia». Terni anche in questo settore si conferma città vivace, non facile, ma di certo non pigra, spesso orgogliosamente campanilistica e attaccata alle sue tradizioni. Anche musicali. Di conseguenza, ben lontani dal tipico adagio «A Terni non succede mai niente», in realtà a Terni succede, in questo settore, molto. Troppo? «Non è di certo questo il momento per proporre riflessioni, dopo, e in parte ancora durante la fase critica che tutto il settore dello spettacolo dal vivo ha attraversato. Anche perché all’offerta, di certo esuberante, corrisponde una risposta (se non una domanda) del pubblico che in queste ultime settimane si è come rimpossessato di una prassi e di frequentazioni che hanno un valore sociale oltre che culturale, tornando a vivere gli spazi della città, alcuni di indubbio pregio e fascino, come l’Anfiteatro Romano. «Una fase di rinascita in cui, credo, ogni iniziativa può essere solo ben accolta e incoraggiata. Di certo - commenta la Paparelli - è la stessa diffusione di una cultura associativa che crea una situazione forse eccessivamente parcellizzata, in cui ogni associazione ha un suo cartellone, una sua programmazione, spesso anche un suo pubblico». Non necessariamente un fatto negativo, su cui però si potrebbe fare qualche riflessione, in merito soprattutto all’individuazione di una linea di politica culturale che spetterebbe alla committenza tracciare.

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