Foligno, «Signora, è la banca. C’è un problema con la carta ci serve il pin…» e così scatta la truffa. Ma i carabinieri scoprono tutto

Foligno, «Signora, è la banca. C’è un problema con la carta ci serve il pin…» e così scatta la truffa. Ma i carabinieri scoprono tutto
di Giovanni Camirri
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Mercoledì 15 Novembre 2023, 17:16 - Ultimo aggiornamento: 17:29

FOLIGNO - “Signora, buongiorno chiamo dalla sua banca. C’è un problema con la sua tessera peri prelievi. Mi dà il pin così controlliamo…” E pochi minuti dopo spariscono dal conto alcune centinaia di euro. È solo l’ultima, di una delle tante modalità di truffa messa a segno nelle scorse settimane a Foligno. Stavolta, però, è andata male al balordo di turno che, stando a quanto risulta a Il Messaggero, sarebbe stato individuato. A risolvere il caso i carabinieri della Compagnia di Foligno guidati dal maggiore Giuseppe Agresti. I militari che fanno campo alla Compagnia di via Garibaldi sono in prima linea, così come l’Arma nel suo complesso, nella prevenzione delle truffe, soprattutto quelle in danno delle persone più deboli e proprio per questo sono in corso una serie di incontri con la popolazione nell’ambito dell’intera giurisdizione. In tal senso i carabinieri della Stazione di Scanzano, nell’ambito della campagna di prevenzione dalle truffe, hanno effettuato un incontro durante la manifestazione “Frantoi del Menotre 2023”, presso il molino Tega in località Vescia a Foligno. Durante l’incontro, a cui hanno preso parte numerosi cittadini i militari hanno illustrato quali sono le principali tecniche di truffa che possono essere messe in atto: il finto avvocato, il finto appartenente alle forze di polizia, il finto tecnico dei servizi di gestione delle utenze domestiche. Sono stati poi elencati i consigli utili per non incorrere in pericoli: mai aprire la porta a sconosciuti; comunicare attraverso il citofono o con la porta semi-aperta vincolata alla catenella; quando si ricevono telefonate da sedicenti carabinieri/poliziotti e/o avvocati che chiedono soldi per la liberazione del familiare tratto in arresto, interrompere la comunicazione e contattare il numero di emergenza 112; è stato ribadito che, nel sistema legislativo italiano, non sono mai previste ipotesi di pagamento in denaro o con beni di valore per la liberazione di soggetti fermati o tratti in arresto; quando si presentano presunti tecnici per la verifica di acqua, gas o elettricità, mai farli entrare in abitazione e contattare immediatamente il 112 per verificarne l’attendibilità.

Un’azione importante, quella posta in essere dall’Arma che fa proprio della prossimità e del contatto diretto con il cittadino la sua forza. Un vademecum, quello illustrato dai carabinieri, che serve tanto alla prevenzione quanto alla repressione di questo tipo di reati che, nel momento in cui lo stesso cittadino ha tutti gli elementi in mano per comprenderne la natura, vedono vanificare le intenzioni dei malviventi che si ritrovano con in mano un pungo di mosche. A ciò va aggiunto che la tempestività di segnalazione, utile anche quando si ha anche un semplice dubbio o sospetto, è essenziale per evitare che i malviventi possano compiere più atti criminali andando così a danneggiare più vittime. Con una semplice telefonata al numero di emergenza 112 si possono evitare brutte e anche bruttissime sorprese.

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