Truffe e arresti, si va al Riesame. Acquisiti documenti in un'altra banca

Truffe e arresti, si va al Riesame. Acquisiti documenti in un'altra banca
di Giovanni Del Giaccio
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Lunedì 12 Febbraio 2024, 09:16

Inizia la settimana più lunga per gli arrestati nell'indagine sulle truffe con il Superbonus che ha rappresentato un vero e proprio "terremoto" in Ciociaria. Due imprenditori in carcere, il direttore generale della Banca popolare del Frusinate ai domiciliari insieme a un funzionario e un ex dell'istituto di credito ma anche a due notai, un avvocato e un altro imprenditore.

LA RICOSTRUZIONE

Un vero e proprio "sistema" messo a punto per concedere finanziamenti in modo ritenuto irregolare, prendere i soldi del sisma bonus o del "110%" e utilizzarli per intervenire alle aste immobiliari, usare a garanzia dei mutui contratti d'affitto risultati anche inesistenti, riciclare denaro, pilotare fallimenti.

Tre le associazioni a delinquere contestate dalla Procura di Frosinone e riconosciute dal giudice delle indagini preliminari, unitamente ad altri diversi reati commessi a vario titolo dagli 11 protagonisti raggiunti da una misura cautelare, con la complicità o comunque il coinvolgimento di altre 22 persone che sono indagate.

LE CONTROMISURE

Ultimati gli interrogatori di garanzia, con molti che hanno preferito non rispondere alle domande, mentre i due imprenditori (Angelo De Santis e Marino Baroli) hanno dato collaborazione e lo stesso l'ex funzionario di banca (Luca Lazzari), i difensori hanno annunciato che presenteranno ricorso al Tribunale del Riesame. Per tutte le persone raggiunte da una misura cautelare si chiede la revoca del provvedimento o la sua attenuazione. La decisione non arriverà prima della fine della settimana, in caso fosse rigettata c'è sempre la possibilità di ricorrere in Cassazione. Si punta, in particolare, sulle esigenze cautelari (a dire il vero ben motivate nell'ordinanza) considerato che tranne uno degli arrestati - che era già ai domiciliari - nessuno aveva mai avuto problemi con la giustizia e che per evitare la reiterazione del reato basterebbe attenuare la misura con una interdizione dall'attività. Resta il problema del pericolo di fuga, indicato nell'ordinanza per Rinaldo Scaccia, i notai Roberto e Federico Labate, oltre a Paolo Baldassarra per il quali il giudice delle indagini preliminari scrive: «Avendo ognuno di loro ragionevolmente provviste significative e immobili disponibili all'estero».
Chiaramente il pool di difensori cercherà tra le carte anche altre possibilità per spiegare che le contestazioni per i loro assistiti non sono sufficienti, ma qui si entra in tecnicismi che dovranno valutare, appunto, il Riesame ed eventualmente la Cassazione.

GLI SVILUPPI

Gli investigatori già in occasione dell'esecuzione delle misure, martedì scorso, sono stati negli uffici della Banca Centro Lazio di Frosinone. Dalla Popolare del Frusinate dista pochi metri, si trova al civico 48 del centralissimo piazzale De Matthaeis, mentre la popolare è al 55. I palazzi sono attigui. Si apprende da fonti investigative che ulteriore documentazione è stata acquisita anche lì, ma se ci siano o meno contestazioni non viene riferito. Ci si limita a un generico «approfondimenti ancora in corso». Nell'ordinanza di custodia cautelare non c'è alcun coinvolgimento nei fatti che hanno portato alle misure cautelari, ma una sola citazione. Si sottolinea, infatti, come l'avvocato Gennaro Cicatiello, finito ai domiciliari, fosse il rappresentante di fatto di quattro delle società poste sotto sequestro per operazioni ritenute irregolari. Si tratta della Italica Costruzioni, East York srl, V.I. Capital srl e Borgo Vermiglio srl. Lo stesso legale, secondo i documenti consegnati alle parti, era chiamato «a gestire le stesse e, soprattutto, a usare i conti correnti alle medesime collegate». Uno dei quali presso la Bpf, l'altro presso la Centro Lazio dove si sono recati gli investigatori. La documentazione è al vaglio.
Giovanni Del Giaccio
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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