Festa degli studenti, pioggia di critiche: «Non si doveva fare»

Festa degli studenti, pioggia di critiche: «Non si doveva fare»
di Aurora Provantini
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Venerdì 17 Luglio 2020, 09:27 - Ultimo aggiornamento: 09:28
TERNI «La morte di Flavio e Gianluca doveva portare ad un momento di riflessione corale». Ci si doveva fermare a riflettere su quello che era accaduto. Invece molti giovani hanno deciso di festeggiare. «Noto una grave discrasia comportamentale a livello sociale - interviene Maria Caterina Federici, docente di sociologia all'Università di Perugia - di una comunità che proclama il lutto cittadino, partecipa, sembra con convinzione, alla morte di due giovani studenti stroncati dalla mancanza di progettualità, e poi magicamente festeggia non si sa cosa». «La retorica del politicamente corretto scoraggerebbe il ricorso ad una razionalità condivisa su certi temi di confine. Il pericolo maggiore è quello di sembrare scorretti, ma in questo caso bisogna essere scorretti. Se c'è lutto, se c'è dolore, se c'è sconforto, non può esserci festa. Gli etruschi offrivano un pranzo a coloro che andavano a consolare i parenti di uno scomparso. Ma non era una festa, era solo un modo per dire grazie che ci siete stati vicini. In questo caso si assiste ad una ulteriore atomizzazione di una comunità che ha perso ogni ancoraggio valoriale, e che invece di fermarsi a riflettere festeggia».
«I ragazzi hanno bisogno di una pausa», a dirlo è anche l'assessore alle politiche giovanili del Comune di Terni Elena Proietti. «Secondo me sarebbe stato opportuno rinviare l'evento o addirittura annullarlo, proprio per rispettare il dolore di una intera comunità».
Luciana Leonelli, la preside del liceo scientifico Renato Donatelli, dove Flavio andava a scuola, spiega che la festa delle scuole non è organizzata dalle dirigenze scolastiche, ma è un evento privato. «E un'autorità non può di fatto impedire lo svolgersi di un evento privato». «Detto ciò dichiara Luciana Leonelli si nota un'evidenza: una intera comunità e popolazione scolastica che lunedì esprimeva dolore e cordoglio a gran voce, tre giorni dopo va a brindare alla chiusura di un anno inedito».
Molti di quelli che lunedì piangevano, ieri sera ridevano. «E' vero che la vita continua, ma la continuazione deve essere riflessiva e coerente con i sentimenti espressi pochi giorni prima. E' una questione di rispetto e decoro, che a volte viene dimenticato». Maria Grazia Giansanti, ricercatrice al Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Roma e mamma di Simone, un ragazzo che compirà 16 anni a settembre. «La tragedia ha scosso sia lui che i suoi amici, che hanno deciso di comune accordo di rinunciare ai festeggiamenti di fine anno per una semplice questione che attiene al rispetto del dolore dei familiari e di tutta la popolazione scolastica».
 
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