Coronavirus, Matteo e Michelle: i mancati sposi (per ora)
Ma a Perugia c'è anche chi dice sì in solitaria e vince un soggiorno

Matteo e Michelle
di Egle Priolo
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Domenica 22 Marzo 2020, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 09:45
PERUGIA - Battesimi, comunioni, cresime e matrimonio. Come noto, l'emergenza coronavirus fa slittare tutto. Ma i numeri – per dire, sono tremila le famiglie solo nel Perugino che hanno dovuto disdire cerimonie e festeggiamenti solo per le comunioni e le cresime – non raccontano le storie che hanno dietro. Come quella di Matteo e Michelle, fidanzati da nove anni e mancati sposi del 30 maggio. «Abbiamo deciso l'estate scorsa di sposarci – dice Matteo Guiducci – e avevamo in programma la scorsa settimana la prova del menù per la nostra festa: abbiamo dovuto disdire tutto».
Si dice sempre che il giorno del matrimonio sia “il” giorno della sposa... Come l'ha presa Michelle?
«All'inizio non sentiva ragioni. “No, no, lo facciamo uguale”, diceva. Ma poi, seppur non contentissima, ne abbiamo parlato e abbiamo deciso presto – per evitare di dover cancellare tutto all'ultimo - di posticipare il matrimonio al 29 agosto. Sperando che per allora sia possibile...»
Avevate già prenotato tutto?
«Sì, vestiti, ristorante... Per fortuna non avevamo ancora preso le bomboniere. Ma purtroppo le partecipazioni le hanno già stampate e dobbiamo rifarle».
Avete avvisato tutti dello spostamento? Una sorta di partecipazione al contrario...
«Abbiamo chiamato gli amici e i parenti, poi c'è stato più che altro il passaparola: in questa situazione è quasi ovvio. Il papà di Michelle doveva venire in aereo dall'Ecuador, ma non aveva ancora prenotato: in realtà era stato il primo ad avere il dubbio a partire in questo momento».
Se stavate preparando tutto dall'estate passata, quanto ci avete messo a riorganizzare tutto?
«Due giorni, siamo stati fortunati. Il ristorante ci ha dato subito la disponibilità per la data nuova, come la chiesa di San Costanzo. Come faremo con i vestiti? In fondo, è sempre sera, speriamo non faccia troppo caldo. E no, speriamo proprio di non dover posticipare oltre, perché Michelle è ecuadoregna... Odia il freddo».

OLTRE TREMILA RINVII
Come Matteo e Michelle, in tanti – ma non tutti – hanno disdetto le celebrazioni, soprattutto se religiose. E se per quanto riguarda matrimoni e battesimi le decisioni sull’eventuale spostamento sono da condividere anche con sposi e famiglie dei battezzandi, sul versante cresime e comunioni il discorso invece è già stabilito: tutto rimandato fino a quando non potranno riprendere messe e celebrazioni alla presenza dei fedeli, finché cioè non cesseranno di essere vietati gli assembramenti.
In tanti si chiedono quando sarà il momento: solo nella diocesi Perugia-Città della Pieve sono oltre tremila i ragazzi, e relative famiglie, delle 130 parrocchie in attesa di avere notizie più certe.
Allargando il campo a tutto il mondo cattolico, anche quello umbro è in attesa di stabilire quali saranno le disposizioni in vista della Pasqua: secondo il calendario, le celebrazioni cominceranno tra due settimane con la domenica delle Palme per terminare poi domenica 12 aprile. Secondo quanto riporta Avvenire, citando le «indicazioni generali» e i «suggerimenti» contenuti nel decreto “In tempo di Covid-19” inviato giovedì scorso alle Conferenze episcopali dal Vaticano, la Pasqua sarà sicuramente celebrata il 12 aprile mentre dovrebbero essere posticipate (14 e 15 settembre) le processioni e altre celebrazioni della settimana santa. A proposito della quale, le messe del giovedì e venerdì, la veglia pasquale e la messa del giorno di Pasqua potrebbero avere una dimensione social, con i media a trasmetterle in diretta per permettere ai fedeli di partecipare.

MA C'È ANCHE CHI DICE Sì. IN SOLITARIA
Non tutti hanno deciso di rinviare il proprio matrimonio per il coronavirus. Come Diego e Lucilla, che ieri si sono sposati nella sala della Vaccara davanti all'assessore Edi Cicchi e a due testimoni. Cinque persone in tutti, a distanza di sicurezza, con guanti, mascherine e ognuno con la sua penna. «Il matrimonio in Comune è un atto civilistico, non ci possiamo rifiutare di celebrarlo – spiega l'assessore Cicchi -. I nostri uffici non sono chiusi, abbiamo chiesto a tutti i futuri sposi di questo periodo se volesserlo annullare, ma in realtà la maggior parte ha confermato». Tanto che tra ieri e sabato scorso alla Vaccara si sono sposate cinque coppie. Compresi i due giovani che l'assessore ha allontanato dalla sala. «Si sono presentati in quattro – racconta ridendo -, ho chiesto a due chi fossero, “Siamo i testimoni”, e li ho fatti entrare, lasciando fuori gli altri. “E loro no?”, mi hanno chiesto disorientati. “Perché?”, “Sono gli sposi”. Ma erano così giovani e vestiti normalmente che non l'avevo capito. È tutto così strano, che neanche le foto con il cellulare stavano facendo. Ma mi hanno detto che la loro festa verrà in estate». Come per Diego e Lucilla, che grazie alla Cicchi, dopo un matrimonio in solitaria, festa e viaggio di nozze saltati, hanno “vinto” un soggiorno all'hotel Il Brigantino di Porto Recanati. Regalo del proprietario Alberto Guarducci che li ha incontrati sul corso e si è emozionato per la loro scelta, coraggiosa ma corretta.
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