«Convenzione troppo sbilanciata verso l'Università». Pressing dei sindacati dei medici sulla presidente Tesei

La facoltà di Medicina
di Federico Fabrizi
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Domenica 22 Maggio 2022, 08:47

 La bilancia pende: troppa Università e poca Regione. È questa la sintesi della lettera che tutte le sigle sindacali dei medici hanno inviato alla governatrice Donatella Tesei, all’assessore Coletto e ai direttori delle aziende sanitarie umbre. Oggetto: la “nuova” convenzione siglata lo scorso 20 aprile con l’ateneo.
«Bene la notizia della stipula dell’accordo - rimarcano le sigle sindacali Aaroi, Anaao, Cimo, Fesmed, Fvm, Fassid insieme a Cgil, Cisl e Uil - la tutela della salute dei cittadini umbri, compito istituzionale del sistema sanitario, potrà essere garantito anche grazie all’integrazione tra la componente universitaria, tuttavia, da un’analisi approfondita del protocollo d’intesa e del memorandum, emerge una unilateralità di visione a favore dell’Università, con notevoli discrepanze tra gli universitari e la dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e delle professioni sanitarie, non solo in termini di evoluzioni di carriera e di prestigio, ma anche negli aspetti didattico formativi e di ricerca. Infatti, è previsto nella convenzione che gli universitari dedichino all’attività clinica sui pazienti il 60 per cento del loro tempo lavoro e il restante 40 alla didattica e ricerca, mentre la dirigenza medica, pur dovendo comunque provvedere all’attività formativa (tutoraggio e ricerca), non ha definita nel proprio monte orario contrattualmente previsto, una distinzione di tale attività».
Il derby tra ospedalieri e universitari è questione antica, che negli anni ha paralizzato molti accordi e ha finito anche per scaricarsi in duelli corsia per corsia.
Ma ora i medici mettono nel mirino anche il ruolo che l’accordo concede alla figura del rettore dell’Università di Perugia: «Risulta protagonista nella nomina dei direttori generali - è scritto nella lettera inviata dai sindacati alla Tesei - è protagonista nella scelta dei responsabili dei dipartimenti, dei direttori di struttura complessa e anche nell’istituzione dei dipartimenti ad attività assistenziale... appare evidente un’eccessiva ingerenza... sorge forte il dubbio che potrebbe non essere perseguibile un risultato di qualità eccellente, come il protocollo afferma di voler realizzare».
Insomma, i medici rimproverano alla Regione di aver ceduto il timone: «La Regione - è la critica - rischia di perdere molta di quella sovranità che la popolazione umbra, nel suo complesso, le ha conferito con procedure democratiche, mentre mantiene la titolarità nella copertura di eventuali disavanzi di bilancio, dovendo però dividere eventuali utili con l’Università», da qui la richiesta di correggere il tiro almeno nella stesura dei protocolli attuativi.

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