Commercio, il grido di allarme
di Enrico Sergnese:
«Così si va verso il collasso»

Commercio, il grido di allarme di Enrico Sergnese: «Così si va verso il collasso»
di Corso Viola di Campalto
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Sabato 11 Aprile 2020, 13:49 - Ultimo aggiornamento: 13:51
TERNI Un mese di chiusura causa emergenza Coronavirus. Il commercio, anche a Terni è in ginocchio e a molti non rimane che tentare, per sopravvivere, la carta delle consegne a domicilio e quella della promozione via social. Ma è solo un palliativo. Una situazione al limite per decine di commercianti e artigiani, messi all'angolo da oltre 30 giorni, in attesa che qualcuno arrivi per rianimarli dopo la ripartenza con la fase 2. Già logorati da una crisi che a Terni va avanti da anni ed è legata a doppio filo con quella della città che sta lentamente affondando tra mancanza di lavoro e prospettive.
Enrico Sergnese è uno dei simboli con il padre Elia del commercio ternano. Un'impresa commerciale familiare che conta 64 anni di attività e che è costretta per prima volta, dall'aprile del 1956, quando ha inaugurato il suo primo negozio in via Garibaldi, a dover chiudere per così tanto tempo i propri punti vendita: «Non faccio giri di parole - dice Enrico dal suo ufficio di piazza della Repubblica - molti di noi rischiano il collasso finanziario, il tunnel è ancora buio e la luce neanche si intravede, per la prima volta sono seriamente preoccupato per il nostro futuro e il mio insanabile ottimismo mi sta abbandonando: abbiamo oltre venti persone che lavorano con noi, più i collaboratori e tutto l'indotto, stiamo reggendo l'anima con i denti grazie alle vendite online e le consegne a domicilio, ma la situazione è davvero complessa e grave, sia dal punto politico che economico. Navighiamo in un mare in tormenta - dice ancora Enrico - e più andiamo avanti nel tempo e più le cose si complicano, le scorte e le rimanenze si stanno assottigliando, nessuno ci rifornisce più, stiamo andando velocemente verso il collasso e non sappiamo quanto tempo possiamo ancora resistere. Già dal prossimo mese farò fatica a fare fronte a miei impegni e se perdiamo di immagine i clienti si scordano di noi e potrebbero poi scegliere altri canali: rischiamo di gettare al vento 64 anni di duro e costante lavoro».
Da Enrico Sergnese un vero e proprio appello: «Bisognerà, soprattutto avere chiarezza sulle tasse e le scadenze, per esempio la Tari oltre ad essere sospesa dovrebbe essere tagliata di netto visto che non produciamo rifiuti da tempo, tutte tasse e balzelli che sono stati solo rimandati. Ci vorrà coraggio da parte del Governo nel gestire la fase due, se non ci saranno scossoni e scelte forti moltissimi di noi saranno costretti a chiudere definitivamente. Anche perché - continua - poi anche il flusso dei clienti nei negozi sarà regolamentato per evitare assembramenti e questo è giusto per la salute ma sarà un altro danno per tutti noi».
Enrico Sergnese ha voluto comunque dare il suo contributo all'ondata di solidarietà della città per combattere il Covid-19, ha donato al Santa Maria mascherine e gel disinfettante per un valore complessivo di ben 10 mila euro: «Una goccia nel mare - ha concluso Enrico - ma io alla nostra città tengo tantissimo, sogno sempre che questo incubo finisca presto e sono sicuro che anche questa volta Terni sarà in grado di risorgere».
 
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