Città di Castello per il maxi appalto rifiuti ipotesi corruzione per due manager. Il blitz della Finanza e lo scenario

Città di Castello per il maxi appalto rifiuti ipotesi corruzione per due manager. Il blitz della Finanza e lo scenario
di Michele Milletti e Walter Rondoni
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Sabato 29 Aprile 2023, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 08:25

Le pattuglie della guardia di finanza all’esterno degli uffici di Ecocave (ora Ece) a Perugia e di Sogepu e Sogeco a Città di Castello rappresentano il prologo dell’ennesima puntata relativa al maxi appalto per la gestione e raccolta rifiuti in Altotevere. Un maxi appalto da oltre trecento milioni e con in mezzo sette ricorsi alla giustizia amministrativa e interventi dell’Autorità nazionale anti corruzione. Il titolo dell’ultima puntata è questo: due manager indagati, l’ipotesi è corruzione.
LA RICOSTRUZIONE
La “bomba” è esplosa alle prime ore di ieri, e nonostante il tentativo di disinnescarla da parte di investigatori e inquirenti (leggi riserbo a livelli altissimi) con il corso delle ore inevitabilmente qualcosa è emerso. E non di poco conto. Al centro delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Perugia, i rapporti tra le due società nella fase immediatamente precedente alla nascita di Sogeco. Il raggruppamento temporaneo d’impresa che, a gennaio, si è aggiudicato l’appalto della durata di 15 anni e del valore di 315 milioni di euro per lo smaltimento dei rifiuti in 14 comuni dell’alta Umbria, e in quanto tale finito sotto la lente degli investigatori. Le fiamme gialle avrebbero acquisito documenti fiscali ed amministrativi, nonché supporti informatici.
Stando a quanto si apprende, le indagini che hanno visto le acquisizioni di ieri sarebbero tese non solo a fare luce sui rapporti e gli equilibri interni a Sogeco, tra il soggetto pubblico Sogepu ed Ece che rappresenta invece il soggetto privato, ma anche a stabilire se il “doppio ruolo” di Cristian Goracci (amministratore unico di Sogepu) sia corretto oppure no. Il manager infatti risulta avere un ruolo di consulenza in Ece, il cui amministratore unico Antonio Granieri risulta a sua volta indagato. Il tema al centro degli accertamenti che stanno svolgendo i militari della guardia di finanza (secondo quanto si apprende l’indagine sarebbe partita proprio su iniziativa delle fiamme gialle perugine) è proprio quello di accertare la correttezza delle funzioni svolte da Goracci all’interno delle due società. Le ipotesi formulate nei quattro capi di imputazione contestati ai due manager sono infatti, sempre stando a quanto si apprende, di natura corruttiva.
Per questo motivo, le acquisizioni dei documenti ieri mattina nelle sedi delle aziende diventano necessarie per stabilire se questa funzione di amministratore unico in una società e consulente nell’altra sia legittima oppure no.
LA DIFESA
Funzioni che per Goracci sono assolutamente lecite dal momento che, sempre stando a quanto si apprende, avrebbe consegnato la documentazione ai finanzieri con la massima tranquillità di aver svolto gli incarichi in modo pienamente legittimo dal momento che la società è stata informata e i compensi come consulente sono stati dichiarati e fatturati.
Anche l’altro amministratore unico indagato, con l’azienda Ece tutelata dall’avvocato Giuseppe Caforio, conta di poter spiegare in maniera efficace a investigatori e inquirenti la correttezza del proprio operato il prima possibile.
LA STORIA
Sette ricorsi, 315 milioni di valore dell gara assegnata per 15 anni. Eccoli i numeri dell’appalto per il sub ambito 1 (14 Comuni tra Altotevere e fascia Appenninica) vinto da Sogeco.
Una partita infinita andata ben oltre i tempi supplementari visto che la gara era stata bandita nel 2015 ed è stata assegnata definitivamente, con il via libera di Auri, con l’inizio dell’anno.

In mezzo sette ricorsi tra Tar, Consiglio di Stato, interventi dell’Anac. Una guerra che a un certo punto ha visto Sogepu, Eco Cave ed Esa (la società in house del Comune di Gualdo Tadino) contrapposti e ora insieme con l’Esa che ha il subappalto proprio per la sua zona. La gara è stata vinta in Ati da Sogepu e Ece (ex Ecocave) con un peso del 62,5% per la società pubblica. Poi quando nasce Sogeco, la società di scopo prevista dalla gara d’appalto, trova questi equilibri: privati al 51% e pubblico al 49 per cento.

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