Grifo e Serie B, ballano 10 milioni

Il presidente del Perugia Massimiliano Santopadre
di Antonello Ferroni
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Sabato 8 Agosto 2020, 09:19 - Ultimo aggiornamento: 10:32

PERUGIA - Scotterà quel pallone e non solo perché si giocherà nell’inedita afa di Ferragosto. Vale per il Perugia così come per il Pescara, società molto simili nelle ambizioni, nelle caratteristiche della piazza, persino nelle tradizioni tecniche e nelle potenzialità delle società, in cui i presidenti sono entrambi consiglieri di Lega. Nella doppia sfida playout del 10 e del 14 agosto, il pallone scotterà anche e soprattutto perché ci si gioca una categoria, ci si gioca il futuro. Per la squadra che retrocederà in Lega Pro, il salto all’indietro sarà enorme perché enorme a livello economico è la differenza con la B. In media le società di B fatturano dai 10 ai 15 milioni di euro, il Perugia proprio nell’ultima stagione ha toccato il suo record assestandosi a 18 milioni di fatturato (attenzione a non confondere il fatturato, la somma di ciò che l’azienda fattura, con l’utile, ovvero la differenza fra i costi e i ricavi), mentre in terza serie mediamente le società generano appena 2,5 milioni di ricavi a fronte di 3,7 milioni di spese. Una differenza abissale, il reale passaggio tra il professionismo e il semi professionismo, ben al di là dei dogmi dei Consigli Federali. Basti dire che anche in B è stato istituito un paracadute per chi retrocede in Lega Pro, ma a parte rare eccezioni (il Carpi l’anno scorso) è del tutto insufficiente a reggere l’urto della caduta. Per l’eventuale retrocessione del Perugia o del Pescara ci si dovrebbe aggirare su una cifra che non supererà 1-1,5 milioni di euro. Mutualità/contributi, sponsor/marketing e botteghino sono le principali voci in entrata, i veri ‘azionisti’ del Perugia assieme al presidente Santopadre. Tutte voci che in Lega Pro sarebbero drasticamente ridimensionate insieme naturalmente al monte ingaggi dei giocatori (che si riduce in media di circa un terzo), senza dimenticare naturalmente l’indotto di una B per l’intera città rispetto alla modesta esposizione mediatica che c’è in Lega Pro. Difficile quantificare con precisione una eventuale perdita complessiva, perché ogni stagione fa storia a sé tra costi e ricavi, ma parlando di una decina di milioni di euro si sbaglia di poco. Salvare la retrocessione significa fare la differenza tra il calcio vero e un buco nero da cui uscire diventa proibitivo, tra una buona visibilità con la prospettiva di salire ancora e l’oscuramento, la perdita di appetibilità e di appeal di eventuali compratori. La storia nemmeno troppo lontana del Perugia parla chiaro: ma da certe categorie si può anche sparire. Sulla bilancia delle motivazioni e delle responsabilità i grifoni, chiamati a riscattare una stagione isterica e scombinata, dovranno mettere anche questo. DAL RITIRO Prosegue a pieno ritmo il lavoro del Perugia a Cascia agli ordini di Oddo in vista della sfida di andata, in programma lunedì (ore 21) all’Adriatico di Pescara.

Ieri mattina allenamento sul campo, pomeriggio in palestra. In serata sono arrivati in ritiro i tre infortunati Melchiorri (buone chances di recupero, da oggi dovrebbe lavorare nel gruppo), Di Chiara e Buonaiuto.

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