Fino a ieri, secondo il noto principio del Filibustering, tutti i dirigenti ricevevano quel premio certificando, in certi casi, solo la loro esistenza, oppure allegando la partecipazione a traslochi degli uffici o a tornei di Burraco e Rubamazzo. Così, quando il nuovo nucleo di valutazione nominato dal sindaco Romizi ha abbassato i voti agli ultimi progetti dei dirigenti, non riducendoli a zero solo per carità cristiana, il sismografo del pubblico impiego ha registrato una viva e vibrante insoddisfazione. Perché tutto si può toccare al dirigente pubblico, meno la prassi. Soprattutto quella legata al legittimo principio di ottenere, per contratto, quanto altri impiegati molto meno pubblici devono sudare fuori dalle palestre. In risposta a questa profonda ingiustizia praticata da quei fetusi del nucleo di valutazione, c’è chi ha chinato il capo, chi richiamato l’editto di Razzi «Fatt’li azz tua» e chi invece mantiene alta la sua convinzione di meritare in ogni caso il riconoscimento contrattuale. Rivoluzionando un principio commerciale che il vuoto non sia solo a perdere. Ma anche a premiare.
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