«Avvocati per l'avvocatura, non la “lista di Laura Modena”: insieme per uscire dall'orticello, se no non si cresce mai»

La presentazione della lista
di Egle Priolo
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Martedì 29 Novembre 2022, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 16:40

PERUGIA - Stile asciutto ma determinato. Poche parole ma precise. Per cambiare - il prossimo gennaio - il consiglio dell'Ordine degli avvocati di Perugia «e non guardare più al proprio orticello, ma fuori, agli altri distretti, e anche al di là dell'Umbria. Se no non si cresce mai». Nessun dubbio e nessuna sbavatura da parte di Laura Modena, candidato presidente del Coa con la lista Avvocati per l'avvocatura. Consigliere uscente, come altri della lista presentata ieri all'hotel San Gallo, ma con una sottolineatura non di poco conto: «Questa non è la “lista di Laura Modena”, ci siamo scelti e ci siamo trovati, pronti a diventare un punto di riferimento saldo anche nel mare in tempesta della nostra categoria». Spiegato così anche il logo della lista, apparentemente avulso in una regione senza mare: un faro, a favore di tutti gli iscritti, a partire dai giovani.

Insieme alla nota penalista, una squadra di sette uomini e altre sei donne. Una parità numerica che è già, da sola, un muto punto di programma elettorale: Salvatore Adorisio, Clelia Cardella, Silvia Ceppi, Maria Cristina Ciace, Antonio Coaccioli , Francesco Crisi, Alessandro Formica, Agnese Franceschini, Nicola Marcinnò, Elisa Martinelli, Andrea Migliarini, Aurelio Pugliese e Cristina Zinci. Una lista composta da penalisti, civilisti, amministrativisti, esperti in procedure concorsuali e giovani avvocati. Una lista definita «trasversale» - un'eleganza per non dire in rottura con il consiglio uscente – e che punta prima di tutto a un rapporto «paritario e costante» con gli uffici giudiziari, con l'Ordine che secondo Avvocati per l'avvocatura «dovrà svolgere la stretta vigilanza e l’interlocuzione sui contenuti e sull’applicazione dei provvedimenti organizzativi degli uffici».

Un occhio anche alle riforme che dal primo gennaio cambieranno il lavoro degli uffici («Saranno tempi di caschetti, mimetica e bazooka», annuncia Modena) ma per cui si renderà ancora più necessario «l'onere di informazione» agli iscritti. In programma allora, commissioni dedicate e un aggiornamento costante, insieme a rapporti forti e concreti con le associazioni forensi. A cui aggiungere non solo «l'obbligo di digitalizzazione dell’Ordine quale ente pubblico: un appuntamento che rivoluzionerà i servizi erogati agli iscritti, con potenziamento dello Sportello Sos informatica», ma anche la necessità di mettere in rete gli avvocati del territorio, pure attraverso l'offerta di spazi per il coworking. «In attesa – dice Modena – della cittadella giudiziaria, il cui cronoprogramma però parla di 2026: è adesso che l'avvocatura si deve attrezzare. E il Coa deve interfacciarsi con il demanio, stazione appaltante della cittadella, per evitare di ritrovarci come nel tribunale di via XIV Settembre con le aule negli scantinati in cui piove. Sono cose che non devono più accadere».

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