Zanella (Ast): «Con i taxi-treno il 60 per cento del trasporto va su rotaia: meno smog per Terni»

Zanella (Ast): «Con i taxi-treno il 60 per cento del trasporto va su rotaia: meno smog per Terni»
di Vanna Ugolini
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Domenica 2 Maggio 2021, 09:40

Paolo Zanella, direttore Scm, il settore di Ast che si occupa di logistica e miglioramento continuo.
Avete rivoluzionato il trasporto, cominciando a consegnare parte dei coil non più su gomma ma su treno. Un progetto partito quasi in sordina ma che ora è diventato importante. Come funziona?

«Il concetto è stato questo: ci siamo resi conto che la movimentazione di camion in città era veramente pesante. Circolavano anche duecentocinquanta camion al giorno e pensate che è il numero di tir che la Ferrero manda in tutta Europa. Questi perchè il tir muove un coil alla volta, il treno ne muove quaranta in un solo colpo. A fronte di tutto questo abbiamo cercato una soluzione basandoci su questa idea: abbiamo considerato di utilizzare non più i treni interi che vanno al cliente ma i singoli vagoni».
 

Da qui il nome Taxi treno?
«Esattamente. In sostanza il treno parte pieno, poi, ai diversi scali di un percorso organizzato si lascia uno o più vagoni e, magari, se ne aggiungono altri con prodotti diversi. Così si possono consegnare i vagoni con i coils in diverse parti del mondo e se il cliente non ha la ferrovia sotto casa, potrà comunque andarli a prendere allp scalo più vicino. Il risparmio in termini di Co2, di rumore e di inquinamento è enorme».
 

Potete quantificarlo?
«Sì, perchè le società ferroviarie ci mandano i report. In un anno abbiamo risparmiato oltre diciottomila tonnellate di Co2, spostando su rotaia circa il 60 per cento dei nostri trasporti. Una quantità di Co2 che corrisponde a quella prodotta da un quartiere come Borgo Rivo, circa 10mila famiglie».
 

Che effetti ha avuto questo sul territorio?
«Oltre al minor inquinamento prodotto anche la stazione di Terni, che per quanto riguarda il traffico merci sembrava destinata all'oblio ha avuto una grossa ripartenza. Il gestore delle reti si è reso conto che la stazione era importante e sta generando una serie di interventi. Ora ci si sta muovendo per determinare una vera e propria stazione merci a metà della conca. La Regione sta lavorando con la Rete Ferroviaria italiana per mettere a sistema la Piastra logistica e creare un polo intermodale con un potenziale non indifferente. Significa che tutte le realtà industriali poi potranno usufruire di questo servizio che è straordinario per questo territorio, tenendo anche presente che Orte serve la movimentazione delle nocciole e non è utilizzabile da altri. Il treno inquina un quinto di un camion e questo elementi, oggi che si parla di transizione ecologica, sono determinanti. Una piastra logistica ben funzionante può essere attrattiva per un territorio più ampio, ad esempio il Lazio o la Toscana. Quando si parla di infrastrutture, quelle che servono sono queste».
La movimentazione su treno, l'idrogeno: tante opportunità che Terni ha in mano da tempo e non ha mai usato come leve del suo sviluppo.
«Anche l'idrogeno è fondamentale.

Si sta pensando di usarlo anche per i treni e potrebbe diventare un elemento competitivo per noi. Come ho detto siamo arrivati a trasportare su treno il 60 per cento della produzione. Ora ci vogliono un po' di attività strutturali per noi aumentare, ma ci stiamo lavorando. Tra l'altro con l'informatizzazione ogni vagone può diventare un blockchain che fornisce tutte le informazioni del viaggio: racconta cosa ha trasportato e dove l'ha portato. Insomma lo sviluppo di questa idea può avere molteplici ricadute sul territorio, sul nostro lavoro, sulla sostenibilità e sull'efficienza. E certamente questo è un patrimonio di conoscenze che ha una ricaduta sul territorio stesso».

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