Con #torniamoafarespettacolo il
mondo dei lavoratori teatrali chiede
di agire in fretta a un anno dallo stop

Con #torniamoafarespettacolo il mondo dei lavoratori teatrali chiede di agire in fretta a un anno dallo stop
di Michele Bellucci
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Mercoledì 24 Febbraio 2021, 12:45

PERUGIA - È passato ormai un anno da quando cinema, teatri, live club e tanti altri luoghi della cultura hanno dovuto interrompere la loro attività a causa della pandemia. Un tempo lunghissimo, soprattutto considerando che ancora oggi non c’è alcuna certezza su quando si potrà ripartire. Ieri l’iniziativa #Torniamoafarespettacolo ha coinvolto molti esponenti del settore con manifestazioni in tutta Italia, mentre l’Umbria ha dovuto accontentarsi di una piazza virtuale date le restrizioni in atto: «È evidente che qualsiasi possibilità di ripresa per l'Umbria - ha spiegato il segretario generale di Slc Cgil dell'Umbria Enrico Bruschi - non potrà prescindere di questo pezzo importante del suo patrimonio sociale, culturale ed occupazionale», mentre l’attore Alessandro Sesti in rappresentanza di Adu - Attrici attori danzatrici danzatori uniti ha sottolineato che «la Regione dovrà giocare un ruolo chiave nel preservare questa grande ricchezza e superare gli enormi problemi che caratterizzano il settore».

«Riaprire è necessario - ha chiarito Bruschi - ma occorrerà farlo sostenendo il lavoro di questo comparto, nelle sue mille forme e sfaccettature. È evidente che qualsiasi possibilità di ripresa per l'Umbria non potrà prescindere anche di questo pezzo importante del suo patrimonio sociale, culturale ed occupazionale». «Il rischio che dobbiamo evitare - ha sottolineato Emanuela Faraglia, responsabile produzione culturale per la Slc dell'Umbria - è proprio quello che quando la ripartenza ci sarà, speriamo il prima possibile, essa possa riguardare solo il vertice della piramide, quindi le realtà più grandi e visibili, ma lasciare briciole a tutto quell'universo variegato di realtà impegnate nel teatro di ricerca, nel sociale e in stretto rapporto con la cittadinanza e le realtà associative».

Le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo lamentano in primis l’anomalia tutta umbra che riguarda le realtà associative che si occupano di cultura: «Abbiamo incontrato l’Assessore Agabiti la scorsa settimana - raccontano da Adu - chiedendo di correggere l’errore nell’ordinanza che equipara tutte le associazioni, senza distinzione alcuna, impedendo di fatto a quelle che si occupano di teatro e danza di lavorare.

Vorremmo farlo nel rispetto di tutte le regole e con ogni cautela, ma così di fatto ci hanno trattati come se il nostro non fosse un lavoro. Ci ha risposto che nei primi giorni di marzo avrebbero fatto la modifica. Inoltre abbiamo chiesto di istituire un tavolo per le riaperture, dato che non c’è ancora una strategia; a breve forse potranno aprire i grandi teatri ma le piccole compagnie… chissà?».

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