AMELIA Si allarga la polemica intorno all'Ospedale. Dopo il manifestino funebre che ne annunciava la morte comparso per le vie della città il 1 gennaio, la diatriba sull'effettiva operatività del Santa Maria dei Laici ha visto scendere in campo anche la sindaca di Amelia Laura Pernazza, il gruppo consiliare Amelia Domani e il M5S regionale.
In risposta alla pubblicazione anonima, la prima cittadina aveva pubblicato un post sulla sua pagina: «Una civiltà che non rispetta i morti non merita di sopravvivere».
Non solo. Nell'occasione, la Sindaca aveva paventato la possibilità di sporgere una denuncia contro ignoti condannando senza mezzi termini l'inopportunità e la gratuità della protesta.
A questo proposito la stessa Pernazza era entrata nel merito dei servizi: «In risposta a chi afferma che l’ospedale di Amelia è chiuso vogliamo assolutamente smentire queste notizie - aveva scritto - [...].
Una mossa condannata dal M5S, soprattutto alla luce della risonanza polemica che il botta e risposta ha creato fra la cittadinanza e le stesse istituzioni.
«Ad Amelia - hanno scritto in un comunicato congiunto Thomas De Luca e Federico Pasculli - chi critica la situazione dell'ospedale viene denunciato, ai cittadini che fanno domande viene messo il bavaglio. C'è aria di regime ad Amelia dove chi critica la situazione dell'ospedale Santa Maria dei Laici viene denunciato e chi fa domande sulle pagine social istituzionali viene bloccato. La sindaca Laura Pernazza, invece di preoccuparsi di difendere il diritto alla salute della sua comunità, preferisce mettere il bavaglio a chi tenta di svelare le carenze della sanità pubblica e le scelte nefaste del centrodestra che guida la Regione. Dopo un mare di promesse su nuovi ospedali e servizi che non sarebbero stati dismessi, la sindaca nonché presidente della provincia di Terni, addirittura sporge denuncia contro ignoti per il finto manifesto funebre apparso per le vie di Amelia il 1 gennaio. Colpevole semplicemente di aver ricordato alla cittadinanza che dal nuovo anno il nosocomio amerino, per effetto delle direttive della Usl Umbria 2, è diventato ospedale di comunità, una ventina di posti letto senza alcun servizio di eccellenza, utile giusto per il decorso di patologie curate per lo più altrove. In sostanza, un ospedale per modo di dire».