AMELIA La storia dell'arte nel cinema. Questo il binomio proposto per la rassegna di questa settimana dall'Associazione Oltre il Visibile. Dal 24 al 26 febbraio sullo schermo della sala Conti Palladini si alterneranno pellicole che in qualche modo hanno indagato la relazione fra dipinti, sculture, artisti e la settima arte.
«Da sempre il Cinema ha preso ispirazione dall’Arte - spiegano dall'Associazione - raccontando storie coinvolgenti su dipinti, sculture, grandi artisti della storia o semplicemente ambientati nei musei più famosi.
PROGRAMMA
Venerdì 24 febbraio - ore 21.00
JHERONIMUS BOSCH - UNTO DAL DIAVOLO
Regia di Pieter van Huystee
Paesi Bassi, 2015, 86’
Presentazione a cura di Leonia Rossi, docente di Storia dell’Arte
Girato nell’arco di cinque anni, il documentario ripercorre la vita e le opere di uno dei più celebrati artisti di sempre, conosciuto in tutto il mondo per le sue raffigurazioni ricche di figure bizzarre e mostruose, allegorie dei mali che affliggono l’umanità.
Sabato 25 febbraio – ore 21.00
I COLORI DELLA PASSIONE
Regia di Lech Majewski
Svezia, Polonia, 2011, 97’ - v.o.sott.it.
Il regista polacco Lech Majewski invita lo spettatore a vivere dentro all'epico capolavoro del maestro fiammingo Pieter Bruegel, La salita al Calvario (1564). La tela riproduce la Passione di Cristo ambientando la scena nelle Fiandre del XVI secolo, sconvolte dalla brutale occupazione spagnola.
Il protagonista della narrazione è il pittore stesso intento a catturare frammenti di vita di una dozzina di personaggi: la famiglia del mugnaio, due giovani amanti, un viandante, un'eretica, la gente del villaggio e i minacciosi cavalieri dell'Inquisizione spagnola.
Domenica 26 febbraio – ore 18.00
IL RITRATTO NEGATO
Regia di Andrzej Wajda
Polonia, 2016, 98’ - v.o.sott.it.
Tra il 1949 e il 1952 la sovietizzazione della Polonia ha assunto le forme più radicali e il realismo socialista è divenuto il modello obbligato di espressione artistica.
Il pittore d'avanguardia Wladyslaw Strzeminski è vittima delle persecuzioni del regime comunista per non aver adeguato la sua arte astratta ai dettami del realismo socialista.