Allerona, scarcerato il 31enne in cella da agosto per lo spaccio nei boschi di Villalba

Era l'unico rimasto in carcere, ha collaborato e inchiodato i cinque che spacciavano con lui

Allerona, scarcerato il 31enne in cella da agosto per lo spaccio nei boschi di Villalba
di Nicoletta Gigli
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Sabato 9 Dicembre 2023, 13:35 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 16:37

ALLERONA - Ha lasciato il carcere il 31enne marocchino che era in cella da agosto per l’operazione che ha smantellato un vasto giro di spaccio nel bosco di Villalba di Allerona.

La collaborazione con gli investigatori, l’ammissione delle proprie responsabilità e il riconoscimento degli altri cinque indagati che spaccavano con lui nel bosco, tutti scarcerati dal Riesame, hanno convinto il gip a sostituire la misura più dura.

Per il 31 enne il divieto di dimora nella regione Umbria e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nel luogo in cui dichiara domicilio nel momento in cui torna in libertà.

Il marocchino, difeso dall’avvocato Samuele De Santis del foro di Viterbo, ha voluto raccontare la sua verità in sede di incidente probatorio di fronte al gip, Chiara Mastracchio, alla presenza del pm, Giorgio Panucci.

«Facevo l’ambulante sulla spiaggia di Montalto di Castro e Tarquinia e avevo la partita iva - ha detto il 31enne in cella - poi mio padre si è ammalato gravemente e avevo bisogno di trovare in fretta i soldi per curarlo. Sono stato introdotto nel giro da di spaccio nel bosco da un paio di miei connazionali e l’ho fatto solo per due mesi».

Il 31enne durante l’interrogatorio ha ammesso i reati contestati dalla procura ternana e, con l’incidente probatorio, ha individuato su cinque fascicoli fotografici i connazionali che spacciavano insieme a lui nella fitta boscaglia di Villalba.

L’avvocato Samuele De Santis aveva depositato l’istanza di scarcerazione per il suo assistito: «Si tratta di una situazione umana assolutamente disperata - dice il legale – ora finalmente è tornato in libertà».

La certezza è che l’operazione andata in scena ad agosto ha permesso di immortalare, tra aprile e ottobre 2022, ben 700 cessioni di cocaina e hascisc. Al termine delle indagini gli investigatori dell’arma hanno messo nero su bianco, nelle carte finite in procura, la vendita di un chilo di stupefacenti. “Lavoro” che ai sei marocchini, per l’accusa, avrebbe fruttato quasi 20mila euro.

Secondo quanto ricostruito durante le indagini i clienti dei pusher del bosco, oltre che dall’orvietano, arrivavano da Terni, Perugia e Siena.

Ad agosto vengono eseguite le ordinanze cautelari chieste dalla procura ternana e  firmate dal gip del tribunale.

Due marocchini vengono arrestati e portati in cella a Sabbione.

Per gli altri quattro scattano invece i divieti di dimora nel Lazio, regione che confina col parco dello spaccio, e in Umbria. Per tutti l’ipotesi di reato di concorso nella detenzione e spaccio di cocaina e hashish.

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