Black Mirror, a decidere la trama ora saranno i telespettatori

Black Mirror, a decidere la trama ora saranno i telespettatori
di Ilaria Ravarino
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Venerdì 28 Dicembre 2018, 09:34 - Ultimo aggiornamento: 09:36
Non è un film, non è una serie tv, non è un videogioco. Dura 312 minuti, ha almeno cinque finali diversi e lo si può vedere - o giocare - dove si vuole. A Netflix, che lo distribuisce a sorpresa a partire da oggi, un nome gliel'hanno già dato: evento. Così è stato lanciato il trailer di Bandersbatch, nuova creatura della saga tecno-horror di Black Mirror, serie creata nel 2011 da Charlie Brooker per Channel 4, passata nel 2015 a Netflix e pronta con la quinta stagione nel 2019. Non un episodio pilota né un film tradizionale, ma un evento appunto, che prende la forma di racconto interattivo, con bivi e finali diversi, selezionabili dallo spettatore sul proprio telecomando. «Cambierà la storia», suggerisce il trailer sulle note di Relax di Frankie Goes to Hollywood, alludendo alla novità storica di cui Bandersbatch si fa campione: il cinema che si appropria dell'interattività, caratteristica associata da sempre al cugino videogioco.
 


I PRECEDENTI
Non è la prima volta che la tv, nella sua corsa alla personalizzazione dell'offerta, prova a pescare idee e strumenti dal mondo videoludico. La prima a provarci è stata la HBO, che nel 2017, con Mosaic di Steven Soderbergh, ha coniugato la visione lineare di una serie con l'uso di una app per smartphone che ne amplificasse, rendendoli giocabili, i contenuti. Poi è stata la volta di Eko, la startup fondata dal musicista israeliano Yoni Bloch, che lo scorso marzo ha lanciato su Steam e Xbox One la serie #Wargames, un adattamento in sei episodi del film del 1983 raccontato su più finestre cliccabili: zoomare su una sequenza piuttosto che su un'altra modifica integralmente l'andamento della storia. Sulla stessa scia anche Hulu, produttore della serie interattiva per realtà virtuale Door No. 1, e naturalmente Netflix, sul pezzo già nel 2017, con le avventure a bivi de Il gatto con gli stivali e più di recente con la serie Minecraft: Story Mode.

Con Bandersbatch, però, la sperimentazione fa un salto in avanti. Perché a differenza dei precedenti per guardarlo non servono attrezzature particolari (console da videogame o visori VR), e perché il pubblico di riferimento è quello degli adulti. «Stiamo sperimentando nuovi generi - diceva un anno fa la executive producer di Black Mirror Annabel Jones - vorremmo fare qualcosa che non abbiamo mai provato prima. Sperimentare storie a bivi, coinvolgere lo spettatore». Una rivoluzione copernicana dell'interattività che non poteva che compiersi in una serie come Black Mirror, sorta di Ai confini della realtà del nuovo millennio, da sempre attratta dal mondo dei videogiochi e incentrata sull'impatto che la tecnologia ha sulle nostre vite. Lo stesso titolo del nuovo film, o evento, richiama quello di un videogioco, Bandersbatch, ispirato a un romanzo di Lewis Carroll, sviluppato nel 1984 per Commodore 64 e Spectrum, ma mai distribuito. Un nome che i fanatici della saga conoscono bene, perché citato nel secondo episodio della terza serie, Playtest, ambientato all'interno di un videogioco di genere survival horror. «Ho cominciato a pensare all'interattività, o meglio al coinvolgimento del pubblico, dopo aver scritto Playtest - ha dichiarato Brooker - Mi sarebbe piaciuto fare in modo che lo spettatore, dopo averlo visto una prima volta, potesse guardarlo ancora, magari vedendolo in modalità incubo». Ovvero la modalità per esperti che alcuni videogiochi rendono disponibile agli utenti che completano con successo la partita.
Ma la stessa trama di Bandersbatch sembra guardare da vicino al mondo videoludico, con un giovane programmatore, Stefan, letteralmente perso nel lavoro di scrittura di un videogioco tratto da un celebre romanzo cappa e spada. «Per creare qualcosa di completamente nuovo serve un pizzico di follia», recita una voce nel trailer mentre vediamo Stefan dibattersi in allucinazioni e visioni, incapace di distinguere tra realtà e fantasia.

L'OPERAZIONE
Alla regia ci sarebbe David Slade, già autore di uno degli episodi della quarta stagione (Metalhead, l'unico in bianco e nero), mentre tra i nomi del cast figurano il Fionn Whitehead di Dunkirk, Will Poulter de Le Cronache di Narnia, Craig Parkinson e Alice Lowe. «Diventeremo la Motown dei videogiochi», dice il personaggio di Poulter a quello di Whitehead, paragonandosi all'etichetta che promosse il Rhythm and blues negli Anni Settanta e strizzando l'occhio all'operazione Bunderbatch in generale: un sogno di pionieri che un giorno, chissà, potrebbe farsi rivoluzione.
 
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