I rilievi “scavati”, il paesaggio lunare, l’illusione di un non-luogo sprofondato in un non-tempo. Una scultura monumentale di uomo pare emergere con fatica dal terreno, il tramonto allunga le sue ombre. E quando il buio cala all’orizzonte, la voce di Toni Servillo si alza da un anfiteatro a dare corpo a nuove fantasie. Poi, l’alba illumina lo scenario inatteso di una discarica. Nel medesimo luogo, con le stesse sculture, dove si trova il teatro, costruito con la sua terra di riporto. A Peccioli, in provincia di Pisa, i rifiuti stanno facendo storia. E cultura. La discarica è stata trasformata in un impianto avveniristico, che produce ricchezza per i residenti del comune, alimenta un’articolata stagione culturale – Servillo, il 12 luglio, ha portato qui, in prima nazionale, “Poco più che persone-Candido”, regia di Marco D’Amore, nel FestiValdera organizzato da Fondazione Peccioliper, Fondazione Teatro della Toscana e Teatro Era – e finanzia la realizzazione di progetti di restauro e valorizzazione del centro storico, nonché interventi di artisti contemporanei italiani e stranieri, da Hidetoshi Nagasawa a Vedovamazzei, da Vittorio Messina a David Tremlett, che diventano nuove attrattive per il turismo. Un’economia circolare che premia i cittadini, al contempo azionisti e beneficiari. Merito del più volte sindaco Renzo Macelloni.
Peccioli, la discarica diventa teatro e dà dividendi alle famiglie. E sbarca alla Biennale di Venezia

di Valeria Arnaldi
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Mercoledì 14 Luglio 2021, 12:32
- Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 09:04
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