L'universo prima dell’universo.
Si viaggia indietro nel tempo, percorrendo il ponte di Science Gateway, il museo-laboratorio della fisica appena inaugurato al Cern. Si passa attraverso il Big Bang e si va anche oltre il confine del conosciuto e del visibile, fin dove le domande si fermano e resta la meraviglia della ricerca. E tutta la bellezza della scienza, così creativa da diventare una forma d’arte. Quella bellezza che da tempo ispira Maria Teresa Venturini Fendi e l’ha spinta a “firmare”, con la Fondazione da lei presieduta, uno degli spazi del grande centro di divulgazione scientifica. “Back to Big Bang”, la cui realizzazione è stata interamente sostenuta dalla Carla Fendi Foundation, un percorso di 200 metri quadrati che porta in galassie, nebulose, stelle e supernove. Alla scoperta dell’universo si va seguendo la strada degli scienziati, non con le risposte già pronte ma con la curiosità. Il senso è quello di stimolare i visitatori a porsi domande. Si osserva, con telescopi, ma soprattutto si sperimenta. Attraverso proiezioni e animazioni, l’universo prende vita, una Timeline tattile illustra la sua intera evoluzione. E una parete (Cosmic Microwave Background) divide l’universo Osservabile da quello Primordiale e segna il confine di ciò che possiamo osservare direttamente guardando indietro nel tempo.
IL PERCORSO
È stata «un’emozione», per Maria Teresa Venturini Fendi, attraversare l’enigma dell’universo nello spazio di Science Gateway dedicato al Big Bang. «Siamo fatti della polvere delle stelle», riflette a conclusione del “viaggio”. «Sono sempre stata affascinata dai grandi interrogativi sull’origine della vita.
IL GAP
C’è ancora un sensibile gap in questi ambiti, con le ragazze ancora in netta minoranza negli studi stem. «Non sono ancora sufficientemente incoraggiate a intraprendere carriere scientifiche. E invece la scienza è una grande opportunità per le donne che a loro volta possono dare un valido contributo alla ricerca. Sono certa che nel prossimo futuro gli scienziati saranno le nuove star. Vado in giro nei laboratori di ricerca italiani e incontro donne giovanissime, belle e motivate. Ho grande ammirazione per gli scienziati: sono positivi e generosi, amano la vita, molti suonano, e hanno una forte vitalità». I più grandi scienziati, diceva Einstein, sono sempre anche artisti.