“Back to Big Bang”, al Cern un viaggio all'origine dell'universo

Lo spazio all'interno del museo-laboratorio realizzato grazie alla Carla Fendi Foundation. Maria Teresa Venturini Fendi:

“Back to Big Bang”, al Cern un viaggio all'origine dell'universo
di Maria Lombardi
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Mercoledì 18 Ottobre 2023, 13:21 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 06:59

L'universo prima dell’universo.

Si viaggia indietro nel tempo, percorrendo il ponte di Science Gateway, il museo-laboratorio della fisica appena inaugurato al Cern. Si passa attraverso il Big Bang e si va anche oltre il confine del conosciuto e del visibile, fin dove le domande si fermano e resta la meraviglia della ricerca. E tutta la bellezza della scienza, così creativa da diventare una forma d’arte. Quella bellezza che da tempo ispira Maria Teresa Venturini Fendi e l’ha spinta a “firmare”, con la Fondazione da lei presieduta, uno degli spazi del grande centro di divulgazione scientifica. “Back to Big Bang”, la cui realizzazione è stata interamente sostenuta dalla Carla Fendi Foundation, un percorso di 200 metri quadrati che porta in galassie, nebulose, stelle e supernove. Alla scoperta dell’universo si va seguendo la strada degli scienziati, non con le risposte già pronte ma con la curiosità. Il senso è quello di stimolare i visitatori a porsi domande. Si osserva, con telescopi, ma soprattutto si sperimenta. Attraverso proiezioni e animazioni, l’universo prende vita, una Timeline tattile illustra la sua intera evoluzione. E una parete (Cosmic Microwave Background) divide l’universo Osservabile da quello Primordiale e segna il confine di ciò che possiamo osservare direttamente guardando indietro nel tempo.

IL PERCORSO

È stata «un’emozione», per Maria Teresa Venturini Fendi, attraversare l’enigma dell’universo nello spazio di Science Gateway dedicato al Big Bang. «Siamo fatti della polvere delle stelle», riflette a conclusione del “viaggio”. «Sono sempre stata affascinata dai grandi interrogativi sull’origine della vita.

E il progetto del Cern mi ha subito catturata. In questo spazio bambini, ragazzi e adulti possono toccare l’invisibile, è come se avessero davanti un libro tattile che coinvolge tutti i sensi, e possono comprendere con facilità cose estremamente complicate». Dalla moda e dal design alla scienza, qual è stato il percorso? «Sono convinta che la scienza possa educare all’estetica e all’etica della bellezza». La presidente della Carla Fendi Foundation trova «incantevoli ed eleganti» le formule matematiche e vede nella ricerca scientifica un’espressione di creatività. «Non sono universi separati. Concetti legati alla scienza hanno spesso influenzato il lavoro di artisti e approcci creativi hanno ispirato la ricerca di scienziati. Entrambi ci permettono di vivere l’emozione della scoperta». L’educazione alla scienza, quanto è importante? «Importantissima, penso alla Scienza come a uno dei diritti umani fondamentali che dovrebbe essere universalmente accessibile. E questo progetto vuole abbattere la diffusione dell’analfabetismo scientifico e riconnettere al tempo stesso il mondo della ricerca e quello delle persone comuni, troppo spesso lontani. Sono convinta che lo Science Gateway possa essere di grande ispirazione per creare nuove generazioni di scienziati e di scienziate».

IL GAP

C’è ancora un sensibile gap in questi ambiti, con le ragazze ancora in netta minoranza negli studi stem. «Non sono ancora sufficientemente incoraggiate a intraprendere carriere scientifiche. E invece la scienza è una grande opportunità per le donne che a loro volta possono dare un valido contributo alla ricerca. Sono certa che nel prossimo futuro gli scienziati saranno le nuove star. Vado in giro nei laboratori di ricerca italiani e incontro donne giovanissime, belle e motivate. Ho grande ammirazione per gli scienziati: sono positivi e generosi, amano la vita, molti suonano, e hanno una forte vitalità». I più grandi scienziati, diceva Einstein, sono sempre anche artisti.

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