Adriano Panatta non è stato, e non è, uno dei tanti personaggi del tennis che amano semplicemente la grandezza di Roger Federer: tra l'ex campione romano - impegnato in questi giorni a Bologna nel ruolo di commentatore Rai della Coppa Davis - e il fuoriclasse svizzero c'è qualcosa di più: l'affinità elettiva di chi ha vissuto il tennis con eleganza e classe infinita. La bellezza del gesto tecnico ha consegnato alla leggenda Federer, ma è stato anche l'elemento portante della carriera di Panatta, altro campione che si è fatto amare non solo per i successi, ma pure per l'estetica dei suoi colpi. Roger e Adriano appartengono alla stessa tribù, categoria di eletti, posti numerati e riservati: l'animo dell'artista impresso nel Dna. Le doti naturali che ispirano i capolavori non si studiano, non si apprendono, non si comprano nei supermercati dello sport: se non le possiedi, tutto inutile. Il tennis, semmai, ha una caratteristica in più rispetto alle altre discipline: esprime l'eleganza e la bellezza ai massimi livelli.
Il 15 settembre 2022 si consegna alla storia del tennis: si ritira Roger Federer.
«L'ho appena scritto su Twitter: Oggi non si è ritirato Roger Federer.
Come sempre accade di fronte all'addio di un campione, si fanno i confronti e si scomoda la storia.
«Federer è stato il più bravo di tutti a giocare a tennis, non solo nella sua epoca, ma anche guardando al passato. Ci sono stati e ci sono campionissimi come Borg, Sampras, Agassi, Djokovic, Nadal, ma lui è stato qualcosa di più: ha simboleggiato la perfezione tecnica di questo sport. Ci sono personaggi che hanno vinto più di Federer, ma lui è riuscito a cogliere i successi con la bellezza del suo tennis. E' questa la vera differenza. La sua unicità».
Federer è stato il rinascimento del gesto tecnico in uno sport che aveva preso una piega muscolare.
«La sua straordinarietà è stata questa: è stato competitivo in uno sport dove, come è avvenuto anche in altre discipline, la forza atletica è diventata predominante. E' un processo naturale. La velocità e la potenza esprimono uno sviluppo inevitabile, ma Federer è stato la bellezza del tennis senza tempo. Nessuno come lui in passato e penso anche nel futuro».
Non ci sarà un altro Federer?
«Credo proprio di no. Roger è stato davvero qualcosa di speciale».
Sui social e sui siti il tributo non è solo al campione, ma anche a quello che ha rappresentato.
«Federer ha usato la racchetta con lo stile di un artista. Per questa ragione la gente che ama il tennis ha amato Roger e oggi sente di aver perso qualcosa di irripetibile».
La finale di Wimbledon persa nel 2019 contro Djokovic, dopo oltre quattro ore di lotta, con i due match point a favore annullati, fece male non solo a Federer, ma a milioni di appassionati di tennis.
«In una carriera ci sono sempre rimpianti, anche per i grandissimi, ma penso che questi ricordi siano abbondantemente sovrastati da un ventennio di successi, di gioie e direi anche dalla stima universale».
Quando un campione si ritira, il futuro è pieno di incognite. Scendere dal palcoscenico fa male. Il domani spesso spaventa.
«Auguro a Federer di godersi cento anni di vita piena di cose belle e di soddisfazioni. Smettere non è mai facile, soprattutto per i grandissimi, ma penso che Roger sia attrezzato mentalmente per affrontare il dopo».
Il campione svizzero ha giocato fino a 41 anni, nonostante gli infortuni delle ultime stagioni: il ritiro era nell'aria.
«Prima o poi la favola finisce, è inevitabile. Tutti sanno che quel momento deve arrivare, ma staccare la spina non è mai facile. Le sue parole mi sembrano che lascino però trasparire un animo sereno. E' chiaro che in questo momento sia travolto dalle emozioni, ma Federer è un uomo intelligente. Supererà, con la sua eleganza innata, questa fase delicata».