Roma-Lazio, le probabili formazioni del derby: torna Dybala con Lukaku, Kamada in vantaggio su Luis Alberto. C'è Immobile

Sabato 6 Aprile 2024, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 10:45

Le scelte di Tudor

di Alberto Abbate - Beato chi è appena arrivato e lo vive con questo spirito profano. Questa incoscienza sarà magari il segreto del successo: «Che si vinca o si perda, si va avanti. Il derby è una partita come le altre, anche se qui è molto sentita. Ti deve dare qualcosa in più, ma senza perdere la testa. Serve una Lazio giusta, lucida e furba», assicura Tudor. È sincero, il suo sguardo, a parole non c’è una strategia di fondo, ma smorzare la tensione può involontariamente diventarlo. Gelido, composto, abbottonatissimo, un po’ di indole è così Igor, un po’ non è ancora entrato nel rovente clima capitolino: «Sono rimasto isolato. Da quando sono sbarcato ho messo piede solo una volta, per una cena, fuori da Formello». Pure il primo Sarri era così nel 2021 («Sentivo più pressione in Sangiovannese-Montevarchi in serie C»), salvo preferire poi un trionfo stracittadino alla Supercoppa o alla Champions, e non dormirci la notte due anni dopo. I record del predecessore (quattro derby vinti degli ultimi sei, come Eriksson) ora sono col fiato sul collo di Tudor, eppure il croato sembra atarassico: «Ho visto più cose positive che negative contro la Juve. Siamo sulla strada giusta, proseguiamo convinti di quello che facciamo. Solo negli ultimi due giorni ho potuto vedere le gare della Roma, che ha avuto un giorno in più di noi. De Rossi ha portato un’idea interessante, diversa da quella di prima e, secondo me, più adatta alle caratteristiche dei giocatori che ha in mano». Insomma, non sarà semplice battere i giallorossi, come quando in panchina c’era Mourinho.

IL PIANO SEGRETO

Non a caso, complici gli infortuni di Zaccagni e Lazzari, Tudor vuole nascondere il suo piano. Felipe rimane a tutta fascia a centrocampo con Marusic, il fisico di Guendouzi e Vecino in mezzo. Anche Casale (nonostante gli ultimi errori) rimane nel terzetto con Romagnoli e Gila, come nel secondo tempo di Torino. Stavolta non sarà un 3-4-2-1 all’arrembaggio: «Dobbiamo essere intelligenti, ma non rinunciare a chi siamo. Farò scelte basate su tutto. I dettagli me li tengo». Il croato cerca di nasconderli in ogni modo: alla vigilia oscura la tv, chiede alla società di proteggerlo e guida la rifinitura nel campo (il Fersini) più lontano. Nella conferenza dà però un indizio su un possibile escluso di lusso e sul suo sostituto: «Luis Alberto vuole palla sui piedi, ma a Torino è stato schierato sulla trequarti alle spalle di Ciro. Kamada è un giocatore completo». E infatti c’è il giapponese, stavolta più avanzato, con Isaksen dietro Immobile (favorito su Castellanos) per provare a risolvere il problema del gol: «Mi interessano entrambe le fasi, ma serve tempo e le statistiche contano sino a un certo punto. Il mio obiettivo è impiantare la mia mentalità vincente nella Lazio, attraverso le partite e ogni allenamento. La qualità sta nella testa, non solo nell’aspetto tecnico».

EUROPA IN BILICO

Solo una vittoria contro la Roma, invece, riaprirebbe uno spiraglio europeo. È la classifica a urlarlo, ma Tudor non vuole sentirlo: «Non so se è l’ultima chance per una qualificazione – chiosa l’allenatore – ma le estremizzazioni non mi piacciono. Io sono sempre positivo e voglio che anche i tifosi lo siano. Devono supportarci come sempre nel derby e noi cercheremo di ripagarli in campo». Una settimana fa Igor ha avuto un assaggio (i rigori negati a Pedro e Zaccagni da Colombo) delle direzioni delle gare della Lazio quest’anno: «Adesso sono ci due arbitri, non uno. Spero che tutti e due facciano un buon lavoro». Fischietto consegnato a Guida, Irrati al Var, Maresca all’Avar dopo aver “provocato” in Lazio-Bologna la squalifica del ds Fabiani, terminata lo scorso 21 marzo. Beato chi è appena arrivato e non sa cos’è successo in passato.

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