Totti, che emozione quell’applauso di tutto il Bernabeu

di Piero Mei
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Giovedì 10 Marzo 2016, 00:19 - Ultimo aggiornamento: 00:22
«Grazie Capitano! Es un orgullo y un honor tener tu camiseta», ha twittato lanciando la foto dello scambio di magliette, con semplice e magnifico stile Sergio Ramos ed ha avuto subito più di seimila retweet e quasi nove mila «mi piace» ed è solo l’inizio. Utilizzando l’altro social, Facebook, dopo il match d’andata Luka Modric aveva postato un’immagine, in borghese entrambi, con Francesco.

Dicendo: «Con el gran Francesco Totti después de ganar el partido de ayer.... mi Ídolo». <CW-20> Più di 200 mila «mi piace».<HS0.1> Però il più bello, e perfino un po’ struggente, dei «mi piace», Francesco Totti l’ha ricevuto da tutto il Santiago Bernabeu quando l’altra sera, a giochi fatti, è entrato in campo: tutti in piedi e l’applauso generale, dal quarto di luna giallorosso e dall’intero pubblico dei blancos. Poteva essere dei loro, quand’erano galacticos e compravano il meglio del meglio in giro per il mondo (e Totti era in quel giro) ma un ragazzo di Porta Metronia che andando a spasso per la sua città poteva vedere il Colosseo e Fontana di Trevi, San Pietro e il Campidoglio, e sentirsi raggiungere ovunque da un «Bella, Francé» o «Ciao Capitano» (il Capitano non si tronca: mai diventa capita’ ma rimane tutto intero come il nome di un santo).<HS0.1> È stato dei loro, oltre che dei nostri, anche l’altra sera, di quei tifosi madridisti dal gusto ben educato e sofisticato, capaci di fischiare perfino Cristiano Ronaldo e perfino dopo un 7-1 vincente, a specchio con l’applauso che il cuore giallorosso ha storicamente tributato anche per un 1-7 perdente e «che sarà sarà», come è stato sempre cantato dopo tutto e tutti, il che non aiuta né fa l’eco allo Spalletti che chiede lo sportivo (e indispensabile) cannibalismo.
 

<HS0.1> È stato dei loro, Totti, come gli era già accaduto altre volte proprio al “Bernabeu”, almeno le due che fece pure gol e che furono perfino più assordanti: allora era un Oscar per una interpretazione, qui era per una carriera. O forse non è stato dei loro, i madridisti sportivi, ma di tutti, qual è. Perché Totti rappresenta davvero qualcosa di unico: già, la famosa maglietta “6 unica” che Francesco dedicò a Ilary a storia all’inizio, andrebbe splendidamente per lui a storia calcistica agli sgoccioli, tra un mese, tra un anno.<HS0.1> È nato e cresciuto romano e romanista e man mano che aumentava la taglia della maglietta aumentava anche il suo amore giallorosso: ci sono stati (rari, ma ci sono stati) calciatori del suo valore, ma nessuno ha avuto la sua totale fedeltà. Avrebbe, fuori porta, vinto di più e guadagnato forse di più: ma non sarebbe stato il Totti che è, riconosciuto fenomeno unico a tutte le latitudini. Non sarebbe stato Totti: magari un Crujff, magari un Maradona, un Ronaldo, Cristiano e non, o quel che si vuole, ma Totti è altro come ha mostrato a tutto il mondo collegato, paytv, streaming, pirateria, uno stadio che è leggenda di suo, il “Santiago Bernabeu”.<HS0.1>

A guardare le facce dei giocatori del Real sembrava un’apparizione quasi mistica l’ingresso di Francesco al minuto 29 del secondo tempo. Farà sorridere Totti, campione di calcio e d’ironia, il fatto che nella smorfia napoletana il 29 è “’O pate d’e criature” di facile traduzione (e il 74, cioè 29+45, è ’A rotta, la grotta), perfino una simbologia sessuale, l’origine della vita, l’origine del calcio, quel certo calcio che è stato solo di Totti. Lo sapevano al “Bernabeu”, lo sanno (e sapranno) ovunque, quando sarà, tra un mese, tra un anno...

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